Ciao Viaggiatori!
Stamattina articolo dedicato a me, a una delle mie più grandi passioni dopo la lettura, ovvero la scrittura. E’ difficile iniziare a parlare di un aspetto così importante della mia vita, ma farò del mio meglio per trasmettere tutto l’amore che provo per questa attività e l’importanza che ha avuto per me.
Scrivere è un’arte al pari della pittura, della musica. Basta avere qualcosa da comunicare, da dire al mondo.
Scrivere è libertà. E’ liberare i propri sentimenti. E’ sentirsi liberi di esprimersi senza paura che qualcuno ti giudichi per quello che stai dicendo. Il foglio bianco non giudica. Lui accoglie i tuoi pensieri e in certi momenti può diventare un amico.
Questo è quello che è successo a me. La scrittura è diventata la mia salvezza in un periodo difficile della mia vita, dove tutti sembravano avermi voltato le spalle; il foglio invece era lì, ogni giorno, ogni sera, ogni notte. Mi aspettava in silenzio, senza pretese, senza domande. Mi ascoltava, si faceva riempire dalle mie emozioni, da tutte quelle parole piene di rabbia, delusione, frustrazione.. dolore. Scrivere era diventato un bisogno, era l’unico modo che avevo per dire veramente cosa provavo in quel momento. Il foglio, in silenzio, mi capiva. Ed ecco che, in un attimo, era diventato il confidente migliore; quello che ascolta ma non giudica; quello che ti lascia sfogare, perché è questo di cui hai bisogno. Non vuoi consigli o parole di conforto, non te ne fai niente. Alcune volte, mentre mi accingevo a scrivere, provavo una sensazione strana: dentro ero un fiume in piena, avrei voluto scrivere pagine su pagine. Poi, una volta che provavo a mettere nero su bianco tutto il casino che c’era dentro di me, non ci riuscivo, non trovavo le parole. Troppe sensazioni tutte insieme, troppi pensieri. Ma bastava poco perché io riuscissi ad esprimermi.
Però è ancora tutto come poche righe fa: la mia testa è vuota. Se smetto di scrivere e provo a pensare a qualcosa di più profondo, non mi viene in mente niente. E la sensazione che si prova in questi casi non è delle migliori, ti senti svuotato, senza sentimenti, anche se fino a poco tempo fa ne eri pieno. Per questo stai male, perché non riesci a trovare niente da scrivere nonostante dentro di te ci siano miliardi di emozioni, positive o negative che siano. È come se la tua testa si rifiutasse di pensarci ancora, come se ti volesse risparmiare il supplizio del ricordo, come se ti volesse far evitare il dolore. E poi pensi che forse sei tu, che inconsciamente cerchi di evitarli questo dolore e questa tristezza anche se in realtà ne sei piena.
Vorresti lottare, vorresti reagire, vorresti spaccare il mondo per esternare queste emozioni, ma non ce la fai. Semplicemente non riesci neanche a dirlo a parole. Ed è impressionante come di fronte ad un foglio bianco tutte le sensazioni che non riesci ad esprimere a voce, riaffiorino e capisci che in fondo, non sei poi tanto vuota come pensavi.
In questi ultimi anni ho scritto molto, per me stessa, per sfogarmi e dare una forma a tutti quei pensieri che mi tormentavano, giorno e notte. A quelle sensazioni che non riuscivo a decifrare, se non quando venivano messe su carta. La scrittura mi ha davvero salvato la vita. Il foglio era un confidente, con lui mi sentivo protetta e al sicuro. Mi ha permesso di mettere in ordine le mie emozioni, analizzarle e allontanare tutti quei brutti pensieri che, nei momenti peggiori, prendevano possesso di me, della mia mente e del mio corpo.
L’ultimo testo che ho scritto parla della forza di reagire. Scrivere quelle righe per me è stato illuminante, era come se si fosse concluso un percorso, iniziato molti mesi prima. Dopo averlo scritto, rileggendo quelle parole, ho capito che stavo meglio. Ho capito di avercela fatta. Ho capito che, nonostante mi sentissi debole, avevo una forza nascosta dentro di me che ho riscoperto soltanto grazie alla scrittura.
Questo per dirvi, cari Viaggiatori, che spesso abbiamo bisogno di viaggiare dentro noi stessi, per capirci e, a volte, anche per ritrovarci.
–Elaysa–