Buongiorno Viaggiatori!
Curiosando in rete, ho trovato alcune notizie ed informazioni riguardanti la Biblioteca di Alessandria d’Egitto e, visto che non vedevo l’ora di portare qualcosa di nuovo sul blog, ho colto l’occasione e sfruttato lo spunto, arrivato proprio al momento giusto.
Innanzitutto è importante precisare che, gli egizi, chiamavano le biblioteche “tesori dei rimedi dell’anima” in quanto curavano il male peggiore, ovvero l’ignoranza. Già da questo presupposto dovremmo intuire quanto fosse considerato importante questo luogo, quasi sacro.
In particolare, la biblioteca di Alessandria d’Egitto fu fondata da Tolomeo I Sotere e successivamente ampliata da Tolomeo II Filadelfo agli inizi del III secolo a.C. Lo scopo era di radunarvi tutte le opere dell’umanità scritte fino a quel momento. In virtù di questo, è considerata la più grande biblioteca del mondo antico che ospitava la più vasta collezione di libri risalenti a quel tempo. La cura di questo patrimonio, che sotto il regno di Tolomeo II arrivò a contenere 500.000 tra volumi e pergamene, venne affidata a letterati dell’epoca. Il loro compito era quello di creare diverse copie dei testi e tradurle, in modo che potessero essere diffuse in altre biblioteche di tutto il mondo. Considerate le varie copie che venivano fatte di uno stesso volume, in realtà non si poteva conoscere l’esatto numero di volumi originali appartenenti alla biblioteca.
Il primo direttore della biblioteca fu Zenodoto di Efeso, famoso per l’edizione critica dei poemi di Omero. Grazie a lui si deve anche la sistemazione in ordine alfabetico di tutti i volumi.
Invece, la prima catalogazione ufficiale delle opere si deve probabilmente a Callimaco di Cirene, invitato da Tolomeo I ad unirsi al circolo di intellettuali che gravitavano intorno alla biblioteca. Molti filologi, tra cui lo stesso Callimaco, erano incaricati di correggere, classificare e commentare le opere classiche, a partire dai poemi omerici. Inoltre dovevano tradurre in greco opere straniere, tra cui anche la Bibbia.
Con la direzione della dinastia tolemaica, la Biblioteca raggiunse fama internazionale, sia per gli studiosi che la frequentavano, sia per il grande numero di volumi scritti sul papiro che essa conteneva: più di 700.000.
Inoltre, l’antica biblioteca comprendeva anche un osservatorio astronomico, un giardino zoologico e botanico e diverse sale riunione. Insomma, era un vero e proprio luogo di incontro per sapienti di ogni materia.
Fonti quasi certe affermano che, nel tempo, la Biblioteca è stata vittima di quattro incendi che hanno danneggiato parzialmente la struttura e i volumi in essa contenuti. Il primo episodio risale al 47 a.C durante la guerra civile tra Giulio Cesare e Pompeo. Il secondo attacco, quello definitivo per alcuni, fu scagliato intorno al 270 d.C dall’imperatore Aureliano. Altri studiosi invece, teorizzano che la Biblioteca sia sopravvissuta fino al IV secolo e che la sua totale distruzione risalga al 391 d.C quando Teodosio, tramite un editto, ordinò di far distruggere le biblioteche della città. Non tutti credono a questa leggenda, in quanto all’epoca ad Alessandria erano presenti ben due biblioteche e la distruzione riguarderebbe in realtà l’altra biblioteca, quella minore. Infine, fonti successive narrano che nel 642, dopo aver conquistato l’Egitto, il comandante delle truppe arabe fece distruggere la biblioteca e tutti i volumi in essa contenuti su ordine del califfo Omar.
Tra il 1988 e il 2002, sul sito dell’antica biblioteca, venne costruita la nuova Bibliotheca Alexandrina (da “bibliòn”, libro e “thèke”, deposito) grazie al lavoro congiunto del governo egiziano e dell’UNESCO. E’ in grado di ospitare circa 8.000.000 volumi ed include sale di lettura, sale per il restauro dei libri antichi, una biblioteca per l’infanzia, sale per riunioni e congressi. Sulle mura esterne, fatte di granito, sono incisi i caratteri che rappresentano tutti gli alfabeti del mondo.
–Elaysa–