On Writing – Stephen King

Buongiorno Viaggiatori! 

Come state? Spero che abbiate passato delle buone feste di Pasqua. Io non potrei essere più felice visto che finalmente ho potuto dedicare un po’ più di tempo alla mia amata lettura. In questi due giorni sono riuscita a finire il saggio di scrittura di Stephen King. E oggi sono qui per parlarvene!

Potete intuire che non si tratta del classico romanzo, carico di tensione, bensì di un manuale sulla scrittura che si intitola appunto On Writing – Autobiografia di un mestiere. L’intento dell’autore era quello di far luce sui retroscena che caratterizzano i suoi romanzi e sulle tecniche da lui stesso sperimentate nel corso degli anni per produrre al meglio le sue storie. A tutto ciò, è stata aggiunta anche una parte riguardante la sua vita da cui, personalmente, sono rimasta affascinata. A chi è destinato il manuale? Beh, ai fedeli lettori di King, innamorati dei suoi romanzi.. ma non solo: è anche un validissimo aiuto per chi vuole avvicinarsi al mondo della scrittura.

Potrei parlare per pagine e pagine di questo saggio, tanta era la voglia e la curiosità di immergermi in queste righe. Ero affascinata dalla possibilità di conoscere alcuni suoi segreti e, allo stesso modo, ero eccitata all’idea di saperne di più su come strutturasse le sue storie.

Devo ammetterlo, non è stata una lettura facile da affrontare, né tanto meno scorrevole. Alcune parti sono state particolarmente ostiche e lente ma quello che posso garantirvi è che ne vale la pena, fino all’ultima pagina.

Mi sono innamorata di questo saggio già a partire dall’introduzione (a cura di Loredana Lipperini): la trovo semplicemente magnifica. Ha la giusta dose di fascino e mistero che mi ha spinta a voler leggere sempre di più.

La prima parte del manuale si chiama Curriculum Vitae ed è dedicata alla biografia di King, alla sua vita vera, alla sua infanzia e alla sua quotidianità. Ma sarà tutto vero? E’ questo l’interrogativo che ci viene posto in partenza, nell’introduzione. Essendo King un mago della finzione, un maestro nella costruzione di mondi e scenari, che cosa dobbiamo aspettarci da questa autobiografia? Nonostante i dubbi, ho apprezzato particolarmente questa prima parte. Ho trovato interessante trovare una corrispondenza tra gli avvenimenti dell’autore e quelli dei protagonisti di alcuni suoi romanzi: è stato l’aspetto che più ho apprezzato.

La seconda parte, Cassetta degli attrezzi, introduce la tematica principale del saggio, ovvero la scrittura. Si tratta, indubbiamente, delle pagine più consistenti e meno scorrevoli di tutto il volume ma non per questo, poco interessanti. Anzi! L’approccio usato da King per trattare un tema così complesso, è semplicemente perfetto. Procede per gradi, accompagna il lettore alla comprensione dei concetti che vengono esposti, cercando di chiarire ogni dubbio ancor prima che venga formulato. Le nozioni in sé non sono particolarmente difficili da assimilare; il lato negativo è rappresentato dall’estrema lentezza che in certi casi è necessaria ma, in altri, eccessiva.

La terza parte, Sulla scrittura, continua sullo stesso filone della precedente, entrando più nei dettagli. Entrambe presentano una lista infinita di consigli e raccomandazioni da parte di King ai suoi lettori e potenziali scrittori. Sulla veridicità di tali consigli, ovviamente, non discuto. Li ho trovati molto interessanti e ho potuto constatare che, tutto ciò che l’autore suggerisce di NON fare quando si scrive, è esattamente ciò che più mi infastidisce in un romanzo.

Consigli, concetti e nozioni sono esposti con un linguaggio quasi informale: in alcuni momenti ho avuto l’impressione di star chiacchierando direttamente con King, come se fosse davanti a me. In questo modo, il lettore è coinvolto in prima persona e non vengono alzati muri tra lui e l’autore. Tutto ciò favorisce la comprensione.

L’ultima parte consiste in una precisazione riguardante la vita dell’autore, della quale però non ho intenzione di rivelarvi i dettagli!

On Writing, come ho già detto, è un saggio vero e proprio sulla scrittura. Lo consiglio? Certo che si, ma non a tutti. Diciamo che non è propriamente la lettura adatta per chi vuole staccare la spina dalla quotidianità e rilassarsi. Insomma, dovete essere attratti dalla tematica e curiosi di scoprirla.

“Così leggo ovunque mi riesca, ma ho un posto preferito, come forse ce l’avete voi, con la luce giusta e ricco di buone vibrazioni. Per me è la poltrona blu dello studio. Per voi forse sarà il divano in veranda o la sedia a dondolo in cucina. Oppure il letto, appoggiati al cuscino, una vera sciccheria, a patto che le pagine siano illuminate bene e non si rischi di versare caffè o cognac sulle lenzuola.”

 

“La scrittura non è la vita, ma talvolta può essere una specie di resurrezione” 

 

Elaysa

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