Buongiorno Viaggiatori!
Eccomi qui con un nuovo articolo!
Come promesso, oggi vi parlo della mia ultima lettura ovvero Follia di Patrick McGrath. Se avete l’impressione di aver letto questo titolo altrove qui sul blog… no, non siete diventati pazzi. Infatti il suddetto è uno dei libri protagonisti dell’articolo haul che ho scritto e pubblicato a febbraio.
E’ stato il mio primo libro Adelphi, acquistato grazie agli sconti; me ne sono innamorata follemente ancora prima di iniziare a leggerlo. Ad attrarmi prima di tutto la tematica trattata ovvero la malattia mentale. Sono sempre stata affascinata da storie che ruotano attorno a tutto ciò che riguarda la psiche umana perché credo che sia un territorio sconfinato e terribilmente oscuro, almeno per noi comuni mortali. In passato ho letto ovunque tantissime recensioni positive su questo libro; successivamente, seguendo il consiglio di tante persone, ho deciso di acquistarlo. Pur non avendo mai letto nulla dello stesso autore, le mie aspettative erano altissime e, cosa importante, non sono state deluse.
La vicenda è ambientata in Inghilterra, poco fuori Londra, nel 1959. Il contesto è quello tetro di un manicomio criminale. La voce narrante è uno psichiatra che lavora all’interno dello stesso manicomio e che si ritrova ad essere spettatore di una storia d’amore extraconiugale che nasce tra Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra e Edgar Stark, un paziente detenuto per uxoricidio.
Inizia tutto da un incontro quasi casuale al ballo annuale dell’ospedale dove Stella e Edgar ballano insieme. Lui dimostra fin da subito la volontà di possederla ma, sul momento, Stella si ritrae preoccupata del caos che potrebbe scatenarsi nel caso in cui si avvicinasse al paziente. Col passare del tempo però, ormai stufa della vita che sta conducendo e di un marito che ha occhi solo per i suoi pazienti, si lascia travolgere dalla passione che sembra crescere sempre di più tra lei ed Edgar.
La loro storia d’amore va avanti per qualche settimana finché la pazzia di Edgar non prende il sopravvento: da quel momento, tutto cambia. Stella cerca di sfuggirgli, spaventata dai suoi comportamenti. Si innesca così un meccanismo distruttivo per tutti i protagonisti della storia, narratore compreso, che verranno travolti da qualcosa di inaspettato e violento.
Le premesse si sono rivelate ottime fin da subito; non avendo mai letto nulla del genere, la situazione mi intrigava particolarmente. Inoltre, il punto di vista interno dello psichiatra permette al lettore di comprendere meglio certi meccanismi della mente.
Sono consapevole di aver iniziato questo libro in un periodo non molto favorevole in quanto presa da mille altri pensieri. Questi hanno inevitabilmente inficiato la qualità della mia lettura rendendo poco scorrevoli alcune parti della narrazione. Finalmente, una volta liberata la mente da altre preoccupazioni, mi sono immersa veramente in queste pagine e le ho amate in tutto e per tutto.
La storia è risultata facile da seguire, coerente e lineare, a dispetto della tematica, particolarmente difficile e delicata. L’unico appunto negativo che potrei fare riguarda la caratterizzazione del personaggio di Stella che, almeno inizialmente, non mi ha soddisfatta pienamente. Nonostante per certi versi mi ricordasse Emma Bovary, sempre infelice, depressa, insoddisfatta della sua vita e alla ricerca di un brivido in più, ho trovato alcuni suoi comportamenti abbastanza scontati e prevedibili. Perfetto invece è il personaggio di Edgar: misterioso, crudo e pazzo al punto giusto.
E che dire del finale? Penso sia uno dei finali migliori che io abbia mai letto. Pieno di colpi di scena, mai scontati. Ho praticamente divorato le ultime 50 pagine (facciamo 70?) in preda ad un’ansia che non mi dava tregua: volevo assolutamente sapere cosa sarebbe successo. Inoltre, in quest’ultima parte migliora notevolmente il personaggio di Stella, la cui personalità viene meglio definita, sotto tutti gli aspetti.
Gli amanti del thriller psicologico non potranno non apprezzare questo romanzo. Trovo che sia molto diverso da altri libri dello stesso genere; credo sia dovuto all’ambientazione particolare e al presupposto che crea: la storia è ambientata in un manicomio, quindi si sa fin da subito che i protagonisti soffrono di un qualche disturbo mentale. Curioso e intrigante è l’evoluzione della malattia, che segue lo sviluppo degli eventi. Consigliatissimo!
–Elaysa–
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