Buongiorno Viaggiatori!
Ebbene si.. è arrivato il momento della recensione dell’ultimo libro di Stephen King. E’ passato un po’ di tempo da quando ho effettivamente concluso la lettura del romanzo ma, tra una cosa e l’altra, non ho avuto la concentrazione necessaria per scrivere una recensione quantomeno decente. In questi ultimi giorni finalmente sono riuscita a sbloccarmi con la mia lettura attuale (Il cacciatore di orfani): alla fine ho capito che il problema non era il libro in sé ma il mio cervello che non collaborava e chiedeva pietà. Visto il mio ritrovato entusiasmo, mi sembrava l’occasione giusta per scrivere il nuovo articolo.
In realtà non so bene da dove iniziare. Beh innanzitutto dal titolo del libro: La scatola dei bottoni di Gwendy, uscito a marzo edito da Sperling & Kupfer.
La protagonista è Gwendy Peterson, una ragazzina di dodici anni che vive a Castle Rock. E’ cicciottella e per questo vittima del bullo della scuola che la prende di mira. Con il tempo, anche gli altri compagni di classe si uniscono alle umiliazioni e Gwendy si ritrova sola. Tuttavia, non si lascia troppo intimorire dalle prese in giro: decide invece che è arrivato il momento di cambiare, di migliorare. Da quel momento, per tutta l’estate, Gwendy corre sulla Scala del Suicidio, un promontorio elevato che sovrasta la cittadina. Un giorno, mentre si trova in cima e sta cercando di riprendere fiato, viene avvicinata da un signore, alto, distinto, vestito di nero. Gwendy inizialmente è diffidente, poi cede alla tentazione del proibito e conosce quello strano individuo che si presenta come Mr Farris.
Il signor Farris la sta osservando da qualche tempo e, quel giorno, ha intenzione di farle un regalo: una scatola di mogano con sopra dei bottoni colorati. Premerli è una scelta che dipende soltanto da Gwendy così come le conseguenze che ne potrebbero scaturire.
Se è vero che anche l’occhio vuole la sua parte, vi dico subito che ho amato fin dal primo istante la copertina di questo romanzo e, ad essere sincera, ci ho messo un po’ a cogliere tutti i dettagli che vi sono rappresentati. Per quanto riguarda invece l’impaginazione…non mi ha soddisfatta per nulla. Mi piace vedere pagine piene di parole. Questa invece è un’impaginazione troppo infantile per quanto mi riguarda: poche parole, interlinea larga, margini stretti. Trovo che una simile impostazione dia al romanzo un ritmo lento, già a livello visivo. Ho avuto la sensazione che non ci fossero abbastanza parole da scrivere per riempire gli spazi che, di conseguenza, sono rimasti vuoti. Diciamo che non è esattamente ciò che ci si aspetta da uno scrittore come King. Ciò che ho apprezzato in modo particolare sono i disegni. Sono rimasta colpita nel trovare immagini all’interno di un romanzo definito “thriller”.
I capitoli sono brevi e questa può essere una buona cosa per chi ha poco tempo a disposizione. In questo modo la lettura diventa scorrevole ma, attenzione, ciò non significa che sia necessariamente anche veloce. Un aspetto che invece non ho sopportato sono state le troppe pagine vuote tra un capitolo e l’altro.
Narrazione estremamente lenta, senza un vero e proprio colpo di scena. Chi, come me, ha letto altri romanzi di King, è abituato a ben altro ritmo: suspense, violenza, angoscia, aspettativa. Qui invece, non c’è niente di tutto ciò. Non ho trovato un solo evento che mi abbia fatto rimanere col fiato sospeso. NEMMENO UNO. L’unica traccia del King che conosco, l’ho trovata nella descrizione della scena di una lotta (quasi alla fine del libro!) La trama è interessante ma, a mio parere, non valorizzata.
Ho divorato queste pagine non tanto perché fossi entusiasta di ciò che stavo leggendo, quanto per l’impazienza, sempre crescente, di trovare qualcosa che catturasse davvero la mia attenzione. Non vedevo l’ora di capire quando sarebbe arrivata la svolta, il cosiddetto climax. Ahimé… temo che abbia dimenticato di presentarsi all’appuntamento.
Non dico che sia un libro brutto ma nemmeno uno dei migliori. E’ una lettura leggera adatta a chi vuole intrattenersi con qualcosa di scorrevole. Sicuramente, altri libri dello stesso autore non sono adatti a questo scopo in quanto particolarmente impegnativi.
Se ve lo consiglio? Beh, dipende da che tipo di lettura state cercando: se volete leggere un vero libro di King, questo non è quello giusto. Allo stesso modo, non ve lo consiglio se non avete mai letto niente di questo autore: un romanzo del genere non vi darebbe la giusta immagine del suo reale potenziale.
Spero che questa recensione, nel bene e nel male, vi sia stata utile per farvi un’idea del romanzo.
Quanti di voi l’hanno già letto? Vi ricordo che potete dirmelo anche su instagram!
Alla prossima Viaggiatori!
–Elaysa–
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