Buongiorno Viaggiatori!
Anche se con un giorno di ritardo, eccomi finalmente qui!
Giorno 5. Come vi avevo già comunicato, il libro di oggi è La coscienza di Zeno, di Italo Svevo. E’ un classico della letteratura del Novecento e racchiude tutti i temi principali dell’epoca, tra cui l’insicurezza e l’inettitudine della società.
E’ un libro molto strutturato e poco scorrevole. Nella mia vita di lettrice ho dovuto abbandonarlo più di una volta perché non riuscivo proprio a continuare. Poi però ho sostenuto un esame all’università proprio su questo libro e, grazie ad un saggio di critica letteraria, sono riuscita finalmente a comprendere tutti gli aspetti del romanzo. Indubbiamente non è una lettura facile ma il suo potere è immenso.
La Coscienza di Zeno è considerato il romanzo capolavoro di Italo Svevo. Scritto tra il 1919 e il 1922, pubblicato nel 1923. Inizialmente l’opera, come quelle precedenti di Svevo, non ottenne nessun successo, fino a quando non intervenne lo scrittore irlandese James Joyce, amico di Svevo, che inviò La coscienza di Zeno ad alcuni scrittori e critici. Fu così che nel febbraio del 1926 la rivista «Le Navire d’argent» dedicò un saggio a Svevo e pubblicò in traduzione alcuni passi del romanzo. Nel 1927 La coscienza di Zeno esce in francese. Nel frattempo, anche in Italia si erano accorti di lui, in particolare Eugenio Montale che, nel 1925 pubblicò l’articolo Omaggio a Svevo, che determinò l’inizio del successo di Svevo in Italia.
Il protagonista de La coscienza di Zeno è Zeno Cosini, un ricco triestino che per liberarsi dal vizio del fumo si sottopone a una cura psicanalitica che consiste nel mettere per iscritto la propria vita.
Innovativa è la struttura del romanzo: troviamo 8 capitoli, ognuno dei quali rappresenta un episodio della vita del protagonista. La narrazione si svolge in prima persona ma non segue un ordine cronologico. Siamo spettatori del flusso di coscienza di Zeno che, sul lettino del Dottor S., si lascia andare ai ricordi. La Coscienza si apre con la Prefazione del dottore psicoanalista “Dottor S.” che ha avuto in cura Zeno e che l’ha indotto a scrivere la sua autobiografia. Il protagonista si è sottratto alla psicoanalisi e il medico per vendetta decide di pubblicare la sue memorie.
I sei episodi della vita di Zeno Cosini sono:Il fumo, La morte di mio padre, La storia del mio matrimonio, La moglie e l’amante, Storia di un’associazione commerciale e Psico-analisi. Ogni episodio è narrato dal punto di vista del protagonista, e il suo resoconto degli eventi risulta spesso inattendibile; egli presenta la sua versione dei fatti, modificata e resa come innocua in un atto inconscio di autodifesa, per apparire migliore agli occhi del dottor S.
Dopo una Prefazione e un Preambolo sulla propria infanzia, nel terzo capitolo Zeno scrive del suo vizio del fumo: fin da ragazzino il protagonista è dedito a questo vizio, da cui cerca inutilmente di liberarsi con diversi tentativi infruttuosi, testimoniati dalle pagine di diari e dai libri su cui vengono scritte la data e la sigla u.s. (ultima sigaretta). Infine per liberarsi dal fumo il protagonista si fa ricoverare in una clinica, da cui fugge, corrompendo l’infermiera che lo sorveglia. L’episodio del fumo permette a Zeno di riflettere sulla propria mancanza di forza di volontà e sull’incapacità di perseguire un fine con forza e decisione. Tale debolezza è attribuibile al senso di vuoto che egli sente nella sua vita, e all’assenza nella sua infanzia di una figura paterna che fornisca regole e norme comportamentali.
L’episodio La morte di mio padre è incentrato sulla figura del padre di Zeno. Il protagonista-narratore analizza il difficile rapporto con il genitore, che non riesce a identificare come figura di riferimento e guida. Zeno infatti non ha mai tentato di stabilire un rapporto affettivo e di reciproca intesa con il padre. Quando quest’ultimo è colto da paralisi, il figlio, in cerca di approvazione e giustificazione, prova ad accudirlo prima che sia troppo tardi. Ma durante la notte, il padre viene colpito da un edema cerebrale: l’uomo è destinato a morte certa, e Zeno spera in una fine rapida e indolore. Al momento della morte, in un gesto incontrollato il padre schiaffeggia il figlio, per poi spegnersi; gesto che segnerà irrimediabilmente il protagonista che cercherà in tutti i modi di spiegare quel gesto.
La storia del mio matrimonio è la storia del matrimonio di Zeno. Il protagonista, dopo aver conosciuto Giovanni Malfenti, uomo d’affari triestino, inizia a frequentare la sua casa e la sua famiglia. Zeno si innamora di una delle quattro figlie di Malfenti, Ada, la più bella, che però è innamorata di un altro, Guido Speier. Il protagonista si dichiara ad Ada, da cui viene rifiutato. Si rivolge allora anche alle tre sorelle con la stessa proposta di matrimonio, ma tale proposta viene accolta solo dalla meno affascinante, Augusta. Donna benestante che offrirà a Zeno un matrimonio borghese ed apparentemente felice, dato che entrambi i coniugi vedono realizzati i loro desideri inconsci. In questo capitolo il personaggio appare come un inetto: immerso nelle sue fantasie, viene trascinato dagli eventi senza essere in grado di scegliere.
Il quarto episodio della vita di Zeno è la storia dell’amante (La moglie e l’amante): Zeno intraprende una relazione extraconiugale con Carla, una giovane donna che si rivela poi ambigua per Zeno, che da una parte non vuole far soffrire la moglie ma, dall’altra, è attratto dalla trasgressione scaturita dal tradimento. La storia con Carla si conclude quando la ragazza, stanca delle contraddizioni del protagonista, sposa il suo insegnante di canto, mentre Zeno ritorna dalla moglie incinta.
In Storia di un’associazione commerciale si assiste invece al fallimento dell’azienda messa in piedi da Zeno e Guido, marito di Ada, a causa dello sperpero del patrimonio da parte di quest’ultimo. Guido, dopo due tentativi di suicidio simulati per avere ulteriore denaro dalla moglie e salvare così l’impresa, riesce erroneamente a uccidersi. Zeno, dopo aver sbagliato corteo funebre, riscuote successo negli affari, ma ciò non serve a conquistargli le simpatie di Ada, che ormai lo disprezza.
Infine l’ultimo episodio: Psico- analisi. Zeno riprende, dopo sei mesi di interruzione, a scrivere le sue memorie, per ribellarsi al medico, esprimendo il suo disprezzo e il suo rifiuto per la psicoanalisi. Ma in questo ultimo atto si rende conto che la malattia interiore di cui si sentiva vittima e da cui riesce a curarsi è una condizione comune a tutta l’umanità e che coincide con il progresso del mondo intero. Il romanzo si conclude con una drammatica profezia di un’esplosione che causerà la scomparsa dell’uomo dalla faccia della Terra.
Zeno è il rappresentante perfetto dell’inetto sveviano. Zeno è un uomo eternamente indeciso, incapace di prendere in mano le situazioni.
E’ inadeguato a vivere nel mondo borghese di cui fa parte, si sente a disagio e prova un continuo senso d’inferiorità. Egli insegue sempre una felicità che si dimostra illusoria e irrealizzabile ed è tormentato da un eccesso di coscienza, cioè dal voler sempre analizzare le cose della vita e svelarne le falsità e gli inganni. Tuttavia Zeno non riesce a sottrarsi a quei valori borghesi che capisce essere falsi e continua a vivere in questa contraddizione.
Nel romanzo, ritroviamo anche il tema della malattia di Zeno che si può identificare con la sua inettitudine, con il suo non saper stare al mondo. Questo porta Zeno a sottoporsi alla psicanalisi, che è il motivo della scrittura stessa del romanzo.
Scrivendo e riflettendo sulla propria vita, il medico spera che Zeno riporti a galla il trauma che ha determinato la sua malattia, ma la cura sembra non aver effetto e Zeno l’abbandona. Interessante però il fatto che non appena abbandoni la cura Zeno si dica guarito, grazie e un inaspettato successo commerciale. Sul finale, Zeno dichiara che è stato il mondo a farlo ammalare ma è anche la cura della sua stessa malattia. La malattia di Svevo allora può essere paragonata alla malattia del mondo, una civiltà malata la cui unica via d’uscita è l’annientamento.
Potrei continuare per mesi a parlare di questo romanzo ma credo che possa bastare.
A presto Viaggiatori!
–Elaysa–
I classici sono un tesoro inestimabile 😊
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