Buongiorno Viaggiatori!
139 pagine di meraviglia. Queste sono le parole che mi vengono alla mente se penso al libro che ho appena concluso. Breve ma intenso. Veloce ma non scontato. Volevo una lettura scorrevole, visto il poco tempo a disposizione e la poca concentrazione. Ho acquistato Uomini e topi un po’ di tempo fa, e l’altro giorno ho deciso che era arrivato il suo momento.
Scritto nel 1937 da John Steinbeck, narra la storia di George e Lennie che, per l’ennesima volta, si ritrovano a dover vagare per la California in cerca di un lavoro al ranch. I due protagonisti sono molto diversi tra loro, eppure nella loro diversità riescono a convivere: George è prudente e intelligente; Lennie è robusto, ma ingenuo. Identica è invece la loro condizione sociale: due braccianti stagionali con un sogno nel cassetto: comprare una casa di proprietà e abbandonare la vita da nomadi.
Lo scenario è quello della grande Depressione americana del Dopoguerra; tutte le certezze sono crollate e gli uomini vivono alla giornata, sperando e sognando un futuro migliore che difficilmente arriverà. Purtroppo lo stesso accade ai nostri protagonisti. Lennie, con la sua ingenuità, si sporca le mani di un omicidio mentre è al ranch e il sogno di gloria sfuma in un istante.
Il titolo, secondo me, è particolarmente emblematico della condizione umana: siamo uomini, quindi forti, dotati di intelletto e di capacità di agire; allo stesso tempo però, siamo topi difronte all’universo, alla sua potenza, alle sue decisioni e, spesso, anche davanti ad altri uomini.
Il lettore viene trascinato nella narrazione, si immedesima con i protagonisti e, nonostante possa intuire fin dall’inizio quale sarà la loro sorte, spera con loro in un futuro migliore.
E’ vero, l’uomo è un topo nell’universo ma è lui a creare le occasioni; il destino, così come la possibilità di realizzarsi, è nelle sue mani. Di conseguenza, la parte principale per raggiungere i nostri sogni, spetta solo e soltanto a noi.
A dispetto delle riflessioni profonde e dei concetti espressi, è una lettura molto veloce, complici anche i moltissimi dialoghi che spesso distolgono l’attenzione dal nocciolo del discorso ma contribuiscono ad alleggerire il tutto. Steinbeck è riuscito, in poche pagine, a darci una visione completa del periodo storico in cui la vicenda viene narrata e dei suoi protagonisti. Non succede molto a livello di azione, i dialoghi svolgono la parte fondamentale.
Non nego che mi sarei aspettata qualcosa di più in quanto ad azione, ma tutto il resto ha compensato a meraviglia questa “mancanza”. Credo che non sia facile costruire una narrazione basandola su pochissimi fatti e tante parole.
Libro consigliato per chiunque voglia una lettura veloce, breve ma assolutamente piena di significato.
–Elaysa–
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