Buongiorno Viaggiatori!
Beate siano le ferie, dovrebbero diventare patrimonio dell’umanità!
Dopo tanto tempo eccomi qui con un nuovo articolo, più precisamente con una recensione. Il libro di cui vi parlo oggi è Carrie di Stephen King. Finalmente mi sono decisa a leggerlo, latitava da mesi nella mia libreria e, a luglio, è arrivato il suo momento. Sembrava essere una lettura piuttosto rapida e ho pensato che, anche con poco tempo, sarei riuscita a leggerlo velocemente. Beh non è stato proprio così..
Ma, facciamo un passo indietro. Essendo profondamente innamorata di King e dei suoi libri, ho provveduto a fare qualche ricerca riguardo a questo romanzo prima di leggerlo.
Carrie è il primo romanzo scritto da Stephen King, pubblicato nel 1974 e tradotto in italiano solo nel 1977. Inizialmente era stato concepito come un racconto. King non riponeva molte speranze in questo romanzo in quanto nemmeno lui era capace di capire da dove avesse avuto origine la storia. Fu poi la moglie Tabitha a spingerlo alla pubblicazione. Inutile dire che fu un successo.
Io possiedo l’edizione Bompiani per la collana Classici contemporanei, traduzione di Brunella Gasperini. Non so effettivamente come siano le altre ma penso che questa sia un’ottima traduzione.
La trama fin troppo semplice all’apparenza, è stata sviluppata da King in maniera magistrale (avevate dubbi?).
La protagonista principale è Carrie White, una ragazzina sedicenne che vive con sua madre Margaret a Chamberlain, una cittadina del Maine. La sua è una vita infelice, all’insegna della violenza sia fisica che psicologica, sia a scuola che a casa. Da sempre viene giudicata dai suoi compagni, presa in giro, maltrattata e, incapace di reagire, subisce. Come se non bastasse, una volta a casa, Carrie subisce i soprusi anche di sua madre che le infligge continuamente punizioni fisiche e morali spinta dalla sua religiosità che sfiora la follia.
Tutto ha inizio quando a Carrie, durante l’ora di educazione fisica, arrivano le prime mestruazioni. Ovviamente le sue compagne non perdono occasione per mortificarla senza sapere però che quell’evento scatenerà il demonio che è in Carrie. Infatti, grazie al suo ciclo mestruale, la protagonista acquista il potere della telecinesi: ovvero la capacità di compiere azioni con la sola forza della mente. Carrie userà il suo potere per vendicarsi di tutte le violenze subite fino a quel momento. La situazione le sfuggirà palesemente di mano (o magari no…) in occasione del Ballo studentesco di fine anno, provocando distruzione e morte.
Non mi spingo oltre con la trama perché secondo me è una storia che va letta e assaporata lentamente.
Per quanto riguarda lo stile, inizialmente ho fatto fatica a vedere il King che conosco: in alcuni punti del romanzo si capisce che è ancora alle prime armi (non che sia incapace, intendiamoci). Avendo letto in passato altri suoi romanzi successivi, ho potuto constatare che il suo stile di scrittura è decisamente migliorato nel tempo. Alcuni passaggi non mi hanno entusiasmata più di tanto; alcune parti sono state incredibilmente lente, soprattutto all’inizio del romanzo. Ad un certo punto però, il romanzo ha preso una piega completamente diversa: il ritmo è aumentato notevolmente e io mi sono ritrovata catapultata all’interno delle pagine senza riuscire a staccarmi. Ero anche io una cittadina di Chamberlain che subiva la furia di Carrie, ma allo stesso tempo ero anche Carrie, tormentata e stanca di sopportare. Ho vissuto i suoi turbamenti ma anche la paura sperimentata dalle vittime del suo potere.
Non è un libro da leggere tutto d’un fiato. L’intreccio è notevole, i personaggi che compaiono sono tanti e si rischierebbe di fare confusione. Va assaporato, sopratutto la prima parte, molto più lenta rispetto alla seconda.
Consigliato? Si! In particolare agli amanti di King.
Se invece, siete curiosi ma non avete mai letto niente di questo autore, non vi consiglio di partire da questo romanzo in quanto potreste farvi un’idea sbagliata del suo stile. Piuttosto iniziate da (per esempio) la trilogia di Mr. Mercedes, in cui potete trovare veramente tutti gli aspetti che caratterizzano la scrittura di King.
Ovviamente non lo consiglio a coloro che non amano l’horror e la violenza. Lo stile di King ha un impatto molto forte nell’immaginazione: le sue descrizioni accurate coinvolgono e fanno in modo che il lettore veda la scena davanti a sé e questo potrebbe essere un ostacolo per chi non ama particolarmente questo genere. In realtà questo romanzo non è il più crudo e violento che King abbia mai scritto, ne ho letti di “peggiori”. Se vi intriga almeno un po’, siate liberi di dargli una possibilità.
Carrie merita 4 stelle su 5. Ho deciso di non assegnare il massimo per il semplice fatto che la prima parte non mi ha coinvolta più di tanto ma, nel complesso, ne vale veramente la pena!
-Elaysa-
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