Buongiorno Viaggiatori!
stamattina vi parlo, molto brevemente, del libro Il mercante di Venezia (titolo originale The Merchant of Venice) di William Shakespeare.
Trattandosi di un grande classico della letteratura inglese, non farò una vera e propria recensione. In ogni caso credo sia giusto dargli lo spazio che merita qui sul blog in modo da diffondere informazioni che potrebbero risultare interessanti per qualcuno di voi.
Spaventata e ansiosa, ho dovuto approcciarmi alla lettura di questo libro con lo scopo di sostenere un esame di letteratura inglese all’università. Sapevo già in partenza che sarebbe stata una lettura difficile, non tanto per la lingua straniera, quanto per il linguaggio. Diciamo che ho iniziato decisamente col piede sbagliato ma mi sono armata di pazienza e ho deciso di tuffarmi nell’avventura.
E’ una commedia teatrale divisa in 5 atti scritta da Shakespeare probabilmente tra il 1596 e il 1598. La vicenda è ambientata, appunto, a Venezia nel XVI secolo. Vari protagonisti si alternano sulla scena: i due principali sono senza dubbio Bassanio, un nobile veneziano e il suo amico Antonio, un ricco mercante.
La narrazione ha inizio quando Bassanio chiede al suo amico 3000 ducati per corteggiare degnamente Porzia, una ricca ereditiera di Belmonte. Antonio però, avendo investito tuti i suoi averi in traffici marittimi, ricorre ad un prestito presso un usuraio ebreo, Shylock. Quest’ultimo stabilisce una condizione piuttosto strana a fronte del prestito: pretende infatti come obbligazione, se la somma non sarà pagata il giorno fissato, il diritto di prendere una libbra di carne sul corpo di Antonio, strappata dallo stesso Shlylock. Da questo momento prendono avvio due situazioni, due storie che si sviluppano parallelamente e che infine si intrecciano.
Da una parte abbiamo le sfide e gli ostacoli che Bassanio deve superare per ottenere la mano di Porzia. Dall’altra c’è il processo in atto tra Antonio e Shylock scatenato dal fatto che le navi di Antonio sono naufragate e che quindi sarà impossibilitato a pagare il debito alla scadenza. Di conseguenza, Shylock pretende il pagamento del debito sotto condizione precedentemente stabilita e il Doge non può evitare che il contratto venga rispettato. Accade poi qualcosa di inaspettato: un giudice molto particolare fa una controproposta e la vicenda prenderà una piega molto diversa.
Sorprendentemente, arrivata alla fine della lettura, ho constatato che la storia mi era piaciuta molto. Ironica e drammatica al punto giusto. L’unica nota negativa, ovviamente, è data dal linguaggio: non viene utilizzato l’inglese corrente ma quello dell’epoca.
E’ sicuramente una storia che merita di essere letta in quanto facente parte della letteratura classica. Il consiglio che posso darvi è quello di non leggere il libro in lingua originale se avete un livello base di conoscenza della lingua inglese. Una buona soluzione potrebbe essere leggere un’edizione con il testo a fronte.
–Elaysa-
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