Salve viaggiatori!
Sono Eiko e oggi sono qui per parlarvi di… fumetti!
Partiamo però con una piccola premessa.
Molto spesso gli amanti dei libri non considerano il fumetto all’altezza di una storia raccontata tutta in parole. Secondo me invece, la presenza di tavole e disegni che arricchiscono il racconto non sia altro che un valore aggiunto. In questo modo si crea la cornice perfetta per lo sviluppo della storia e il lettore ha la possibilità di vedere con i propri occhi come l’artista ha voluto rappresentare un determinato concetto e, successivamente, confrontare il disegno con ciò che si sarebbe aspettato di vedere.
Non è per niente facile costruire una storia in cui l’azione coincida perfettamente con l’immagine, motivo per cui molti lettori sono frenati nell’approccio al fumetto.
Per iniziare nel miglior modo possibile, ho deciso di partire da un autore molto famoso, ovvero Zero Calcare.
Pseudonimo di Michele Rech, Zero Calcare è un fumettista di Roma, diventato famoso per le sue storie cariche di ironia che nascondono anche un significato più profondo. Nei suoi fumetti, Zero Calcare porta i suoi lettori a riflettere su alcuni temi sociali importanti che, di tanto in tanto, vengono alleggeriti da scene ironiche grazie alla creazione di personaggi dalle mille sfaccettature.
Un esempio lampante di questa sua capacità è la rappresentazione della mamma del protagonista che, in tutti i vari libri, viene raffigurata come Lady Cocca, la gallina grassottella che da piccoli vedevamo in “Robin Hood” (Disney).
In questo periodo ho letto, anzi divorato, i primi due fumetti pubblicati dall’autore, mossa anche dalla curiosità per la trasposizione cinematografica che è stata fatta del primo volume. Ed è proprio da questo che voglio partire.
La profezia dell’Armadillo è una storia che presenta al suo interno tanti piccoli racconti, mirati a sviluppare la vicenda principale rendendola sempre più chiara.
Dai dettagli che l’autore inserisce deduco sia una storia quasi autobiografica, o almeno in parte.
Il protagonista è Zero, un ragazzo semplice ma anche complicato, che convive con la sua parte perennemente in ansia, rappresentata da un armadillo.
La storia inizia quando il ragazzo viene a conoscenza della morte di Camille, una sua vecchia amica di infanzia. Da qui partono vari flashback della sua adolescenza, in cui troviamo anche Secco, amico di sempre del protagonista, e Greta anche lei amica d’infanzia persa di vista anni fa.
La storia è costruita in modo particolare: molti dettagli casuali e anche di poca importanza ci vengono forniti quando Zero racconta alcuni flashback di lui adolescente e del suo gruppo di amici, momenti in cui il lettore si aspetta di trovare invece qualcosa sul perché Camille sia morta. Questi dettagli vengono però resi come un colpo di scena, durante discorsi quotidiani o riflessioni che Zero fa con l’ Armadillo o con il suo amico Secco: così facendo, si mantiene l’attenzione del lettore che risulta sempre pronto a scoprire qualcosa, da un momento all’altro.
Consigliatissimo a chi vuole staccare dalle solite pagine in bianco e nero, però senza rinunciare ad una bella storia.
Inoltre è da poco uscito il film, tratto da questa storia. Se siete curiosi andatelo a vedere e fatemi sapere che ne pensate, prima però… LEGGETE IL LIBRO!
–Eiko–