Buongiorno Viaggiatori!
E’ assurdo pensare che possano ancora esistere famiglie di questo tipo; allo stesso modo è assurdo pensare che, nel Ventunesimo secolo, ci siano ancora persone convinte che scuola e istruzione siano inutili.
Ma, la cosa più spaventosa, è pensare che possano esistere genitori capaci di soffocare i desideri dei figli al punto da rovinare la loro vita, sotto ogni aspetto.
Eppure accade e Tara Westover ci racconta questa realtà nel suo romanzo autobiografico d’esordio, L’educazione.
Edito Feltrinelli, uscito nelle librerie il 31 maggio 2018, ha fatto moltissimo parlare di sé vincendo addirittura un premio: il Goodreads Choice Awards 2018.
Finalmente cari Viaggiatori, dopo tanto tempo dalla conclusione della lettura di questo libro, riesco a parlarvene. Mi sono presa del tempo ma credo che mi sia stato molto d’aiuto per riuscire a digerire tutto ciò che è racchiuso in queste pagine. Si tratta di un romanzo che lascia senza fiato, sotto tanti punti di vista.
La vicenda è ambientata a Buck Peak, una località tra le montagne dell’Idaho. Qui vive la famiglia Westover che impareremo a conoscere pagina dopo pagina grazie al punto di vista di Tara, una delle figlie, nonché protagonista principale.
Fin dall’inizio si percepisce che ci troviamo davanti ad una famiglia molto diversa dalle altre, non soltanto per la loro fede mormona ma anche per il loro stile di vita completamente distaccato dal resto della società.
Ci viene detto già nella quarta di copertina che nessuno dei figli è stato battezzato, né registrato all’anagrafe e né, tanto meno, è stato iscritto alla scuola pubblica.
Come se non bastasse, in casa sono gli uomini ad avere il potere; le donne servono soltanto a lavorare, costrette in casa e dedite al benessere degli uomini.
Il padre di Tara è proprietario di una discarica che sarà luogo di violenze e incidenti pericolosissimi; la madre è un’ostetrica: aiuta le madri a partorire… in casa. Ovviamente, la famiglia rifiuta l’aiuto di qualsiasi istituzione, così come di qualsiasi persona che non sia un componente della famiglia stessa. Allo stesso modo, nessuno in famiglia si è mai rivolto ad un medico od a un ospedale, nemmeno nelle situazioni più critiche. Le medicine vengono prodotte autonomamente in casa estraendo le sostanze dalle erbe.
La loro vita prosegue nel rifiuto totale della società e del mondo che li circonda, nonostante spesso si espongano a rischi non indifferenti.
Sembra quasi un racconto utopico, una condizione impossibile da raggiungere. Una situazione che va oltre ogni limite dell’immaginazione.
Un’intera famiglia schiava delle proprie convinzioni che non permette a nessuno dei suoi componenti di avere opinioni e comportamenti diversi. Ovviamente Tara non è esclusa da tutto questo, anzi al contrario, sarà proprio lei a trovarsi, più spesso degli altri, in condizioni di assoluta sottomissione sia da parte del padre ma anche da parte dei fratelli più grandi.
Tara, inizialmente succube, crescendo inizierà a sentirsi sopraffatta da una vita che non sente sua: cercherà di ribellarsi a queste regole assurde, rischiando anche di essere espulsa dalla famiglia.
In ogni caso, l’apice di tutto viene raggiunto quando, grazie a suo fratello, Tara scopre l’esistenza della cultura, dell’istruzione. Sarà ormai grandicella quando conosce un’istituzione chiamata università. Un luogo misterioso, composto di banchi e di lavagne, in cui le persone siedono per ore intere e ascoltano qualcuno che chiamano professore.
Grazie a questa scoperta, Tara proverà a vivere una vita diversa da quella pericolosa e fuori dal mondo che ha vissuto fino a quel momento. Più volte, in diverse occasioni, sarà sul punto di cedere, di fare un passo indietro e ritornare alla sua vecchia vita. I genitori cercheranno di metterla alle strette ma Tara, determinata, non si fa sottomettere ancora, anche a costo di perdere la sua famiglia.
Non avere certezze, ma non arrendersi a quanti dicono di averne, era un privilegio che non mi ero mai concessa. La mia vita era una narrazione in mano ad altri. Le loro voci erano decise, enfatiche, categoriche. Non avevo mai pensato che la mia voce potesse essere forte quanto le loro.
E’ un romanzo molto intenso, popolato da persone, non personaggi. Infatti, una volta girata l’ultima pagina, si sarà immersi nella storia a tal punto da identificarsi con Tara.
Inoltre, per quanto si tratti di una famiglia strana e inusuale, sarà impossibile distaccarsi completamente da essa e non cercare di capire il loro punto di vista.
Mentre leggevo più di una volta mi sono trovata ad acconsentire ai loro ideali; ho pensato che, in fondo, alcuni ragionamenti non fossero poi così sbagliati. Poi però succedeva immediatamente qualcosa che mi faceva cambiare idea; un pugno allo stomaco che mi portava inevitabilmente a scappare da quella casa, come se fossi Tara.
Una lettura sconvolgente e sorprendente. Il ritmo narrativo è piuttosto elevato e questo permette all’autore di catturare l’attenzione di chi legge. Non essendo particolarmente amante delle descrizioni troppo lunghe, in alcuni punti avrei preferito meno dettagli ma comunque l’ho trovato molto scorrevole.
Tutti i componenti della famiglia sono caratterizzati alla perfezione. C’è un forte contrasto di personalità tra il padre e la madre: il primo forte e l’altra, ovviamente, debole e succube.
Il personaggio più sconvolgente? Senza dubbio, il padre.
A volte mi sono chiesta se esistano davvero persone così disturbate e sono giunta alla conclusione, che purtroppo sì, esistono.
⭐⭐⭐⭐⭐
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–Elaysa–
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