Buon pomeriggio Viaggiatori!
Oggi voglio segnalarvi un libro che sono sicura avrete già visto in libreria, di cui avete già sentito parlare soprattutto negli ultimi giorni complice l’avvicinarsi del tanto ambito concorso del Premio Strega giunto quest’anno alla sua 73° edizione.
Si tratta di una recente uscita di Einaudi che ha avuto da subito un grande potere su di me, dal primo momento in cui l’ho visto sugli scaffali della libreria.
Ogni volta lo guardo, lo prendo, leggo la sinossi e me ne innamoro continuamente.. me lo rigiro tra le mani e fantastico sul momento in cui finalmente sarà mio. Perché si, quel libro deve essere mio, prima o poi!
Titolo: Fedeltà
Autore: Marco Missiroli
Casa editrice: Einaudi
Genere: Narrativa moderna e contemporanea
Pagine: 232
Prezzo di copertina: € 19,00
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Disponibile anche in e-book!
Sinossi: «Che parola sbagliata, amante. Che parola sbagliata, tradimento».
Siamo sicuri che resistere a una tentazione significhi essere fedeli? E se quella rinuncia rappresentasse il tradimento della nostra indole piú profonda? La fedeltà è un’àncora che ci permette di non essere travolti nella tempesta, ma è anche lo specchio in cui ci cerchiamo ogni giorno sperando di riconoscerci. Marco Missiroli lo racconta andando al cuore dei suoi personaggi: lui, lei, l’altra, e l’altro. Noi stessi. Preparatevi a leggere la vostra storia.
E’ stato proposto al Premio Strega da Sandro Veronesi che dice:
«Ci sono romanzi che sembrano provenire dal futuro. Romanzi che sembrano ritornare a noi, qui e oggi, da un tempo nel quale finalmente molti problemi sono stati risolti, cioè ricondotti alla propria perduta, primordiale naturalezza. Di questi romanzi si usa dire che “fanno epoca”. Fedeltà di Marco Missiroli è uno di essi, e il nodo che vi viene sciolto, nella scrittura soda e però anche fluida e lucente, nei personaggi perfettamente definiti e però anche nella formidabile trazione generata dalla loro dissolvenza l’uno nell’altro, è quello del dolore: è energia vitale, il dolore, null’altro che energia vitale, e la specie umana è concepita per trasmetterselo. Nelle sue pagine risiede la risposta che solo la letteratura poteva dare allo stupore espresso da Freud dinanzi all’incapacità della libido di separarsi dai suoi oggetti, “uno di quei fenomeni che non si possono spiegare ma ai quali si riconducono altre cose oscure”. Il guaio non è soffrire, il guaio è farlo nel modo sbagliato. La sofferenza in questo romanzo è come la miseria in Céline: è liberatoria, viene voglia di viverla.»
Trama: “Il malinteso”, così Carlo e Margherita chiamano il dubbio che ha incrinato la superficie smagliante del loro matrimonio. Carlo è stato visto nel bagno dell’università con una sua studentessa, Sofia. “Ha avuto un malore, l’ho soccorsa”, racconta alla moglie. Sofia ha la giovinezza, la libertà, e forse anche il talento che Carlo vorrebbe per sé. Il suo primo romanzo è fermo da anni al primo capitolo, e il posto da professore l’ha ottenuto grazie all’influenza del padre. La porta dell’ambizione, invece, Margherita l’ha chiusa scambiando la carriera di architetto con la stabilità di un’agenzia immobiliare. Margherita e Carlo non sono una coppia in crisi, la loro intesa è tenace, la confidenza il gioco pericoloso tra le lenzuola. Le parole fra loro ardono ancora, così come i gesti. Si definirebbero felici. Ma quel tradimento mai davvero consumato per Carlo si trasforma in un’ossessione, e per Margherita può diventare un alibi potente per le sue fantasie sul fisioterapista Andrea. In una Milano vivissima, tra le vecchie vie raccontate da Buzzati e i nuovi grattacieli che tagliano l’orizzonte, la casa di corso Concordia, ridente di luce e veramente troppo cara, rappresenta una possibilità e una colpa che non finiranno di scontare. A tirarli fuori ci penserà l’amore con la sua incredibile forza quieta, e l’allegro ricucire di Anna, la madre di Margherita, il faro illuminante del romanzo, uno di quei personaggi capaci di saltare fuori dalle pagine dei libri.
Io non so assolutamente niente di questo romanzo se non ciò che ho letto su Internet; l’unico indizio che ho è il titolo Fedeltà, una parola spinosa che può essere trattata sotto diversi punti di vista. e sembra proprio che l’autore la intenda nel senso più quotidiano del termine: essere fedeli alla persona amata.
Credo che nel mondo di oggi si siano persi i veri valori, quelli che fanno grande una persona. L’amore, la famiglia, il rispetto…. la fedeltà.
Oggi è più facile essere infedeli e scappare davanti alle difficoltà piuttosto che affrontarle. Tradimento come evasione della quotidianità; infedeltà come soluzione. Ma è davvero così?
–Elaysa–