SEGNALAZIONE – Il sentiero dei figli orfani

Buon pomeriggio Viaggiatori!

Anche oggi ho una nuova segnalazione per voi.
Si tratta di un libro che ho ricevuto dall’ufficio stampa con cui collaboro.
Uscito nelle librerie il 24 maggio 2019.

Titolo: Il sentiero dei figli orfani
Autore: Giovanni Capurso
Casa editrice: Alter Ego Edizioni
Genere: romanzo di formazione
Pagine: 204
Prezzo di copertina: € 14,00

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Sinossi: In un’estate torbida agli inizi degli anni Novanta, il giovane Savino si affaccia all’età acerba dell’adolescenza come si affrontano i sentieri in salita del suo paese, San Fele, in Lucania, tanto in alto che gli altri sembrano “presepi accartocciati”. Da “principiante della vita” scruta senza troppa
curiosità il carattere malinconico del padre Michele, quello un po’ bizzarro dello zio Gaetano, da cui ha ereditato il “demone del dubbio”, e si lascia rasserenare dai modi placidi della madre Carmela; un ménage familiare, il suo, animato da duelli verbali con il fratello Aldo, dal ricordo di antenati sconosciuti e dalle scorribande con Radu, detto l’Anguilla. L’idillio verrà spezzato dalla frequentazione di Adamo, forestiero con alle spalle una figlia perduta e il buio della galera, che concretizzerà un processo di crescita assieme all’infatuazione per la bella Miriam, ragazza di città audace solo in apparenza. Su uno sfondo pietroso ma vivido e tra atmosfere ancestrali, si apre uno scorcio di vita che è quella degli orfani della Lucania, di coloro, cioè – e Savino non farà eccezione – che dopo un’adolescenza passata a chiedersi cosa sia il futuro lasciano la propria terra ma non abbandonano le loro radici.

«Con quell’eterno ritornare degli eventi naturali e dei riti collettivi avevo convissuto durante l’infanzia e la giovinezza. Misuravo il tempo in foglie che si facevano spazio sui rami o vorticavano nell’aria e ancora dai nove rintocchi delle campane che annunciavano il “mattutino” e dai ventuno tre ore prima del tramonto […]»

Il sentiero dei figli orfani di Giovanni Capurso è un romanzo che accompagna per mano il lettore in una storia semplice e poetica, in una vicenda di vita vissuta in cui in tanti si potranno rispecchiare.
Nel racconto della gioventù di Savino Chieco vi è infatti tutta la forza e la bellezza di quel luminoso periodo della vita, ma anche tutta l’incertezza di chi è in bilico tra due fasi dell’esistenza, di chi ha da poco sperimentato la crudezza della realtà ma non ha ancora gli strumenti per fronteggiarla.
Savino ormai adulto ripensa con nostalgia al suo passato: ricorda la semplicità del suo paese, San Fele, in cui la vita scorreva al ritmo della natura, e ripercorre un’estate fondamentale per la sua crescita, un’estate in cui per la prima volta conosce da vicino la morte, e l’amore.
Il romanzo è il racconto del passaggio, non privo di conseguenze, che dalla
fanciullezza porta all’adolescenza, vissuto da un ragazzo che si sente imprigionato in un’esistenza che non gli appartiene, in un luogo in cui non c’è futuro. Savino vuole conoscere il mondo, vuole vedere il mare, quella distesa sterminata in cui sfocia il fiume sulle cui rive ha giocato fin da bambino, lo stesso fiume che rappresenta il limite dei suoi sogni di libertà.

E’ un romanzo che ricorda agli adulti quali sogni splendevano nei loro giovani cuori; un’opera che riflette sulla situazione ancora attuale dei ragazzi che sono costretti ad emigrare dai loro paesi per potersi costruire un futuro dignitoso. Una delicata riflessione sul tempo che passa, sui desideri sfumati e sull’importanza di ritornare sui propri passi per chiudere un cerchio, per comprendere il proprio percorso e non sentirsi più orfani della propria terra.

Elaysa

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