Buongiorno Viaggiatori!
Come sapete, nell’ultimo periodo non sono riuscita a stare al passo con le nuove uscite del mese.
In coda alla carrellata di articoli dedicati alle novità editoriali, ho deciso di inserire tutti i libri pubblicati nella prima settimana.
In particolare, oggi vi propongo le uscite del 1 ottobre.
Ho cercato di fare un mix di generi e di case editrici in modo da creare una lista per tutti i gusti!
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Come stelle portate dal vento. Il mio viaggio tra orizzonti persi e ritrovati – Guido Marangoni (Sperling&Kupfer)
“Sono sempre stato affascinato dal vento. Invisibile fino a quando non incontra un ostacolo pronto a svelarlo, che sia un aquilone, un campo di grano o dei panni stesi ad asciugare, eppure capace di produrre grandi mutamenti. Se fino a un certo punto la mia vita è stata un navigare tutto sommato tranquillo, l’annuncio della trisomia 21 di Anna, come una folata di vento che gonfia le vele all’improvviso, mi ha dato una sferzata che per un po’ mi ha fatto perdere l’orientamento. Un cambio di rotta a cui non ero preparato e che mi ha insegnato che, anche quando la destinazione è ormai in vista, nuove nuvole possono annebbiare l’orizzonte, costringendoci a riconsiderare i nostri piani. E se questo l’ho imparato a mie spese, portando in giro per l’Italia la storia di Anna, la nostra storia, ho capito che gli inciampi riguardano tutti, e sono tantissime le testimonianze di cadute e ripartenze, paura e resilienza che ho incontrato lungo questo viaggio. Ho scelto di raccontarlo, questo intreccio inaspettato di storie e destini, seguendo una personalissima rosa dei venti: tra rotte sbagliate e aggiustate, rotte sognate e mai esplorate. Ogni incontro, ogni abbraccio, ogni sorriso è stato per me una nuova iniezione di fiducia, la conferma di una certezza che porto dentro di me come una bussola: dietro a un brusco cambio di direzione, un porto mancato o dopo una violenta tempesta, si nasconde sempre un nuovo orizzonte da esplorare.”
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Il signore delle maschere – Patrick Fogli (Mondadori)
C’è un uomo dai mille volti, un assassino così abile da riuscire a infiltrarsi in Vaticano e uccidere il Papa per conto di un cardinale che vuole prenderne il posto. Nessuno sa il suo nome: nei rapporti dei Servizi Segreti è semplicemente Caronte, per quel vezzo di lasciare in tasca alle vittime un’antica moneta, il prezzo che, vuole la leggenda, l’anima debba pagare per poter attraversare il fiume che divide il nostro mondo da quello dei morti. C’è una donna che poche fortunatissime persone possono incontrare: si chiama Arianna, ed è il primo anello di un’organizzazione segreta che offre a innocenti infelici la possibilità di chiudere con la propria vita e rinascere altrove con una nuova identità e un nuovo passato. E c’è Laura, una docente universitaria schiva e solitaria che ogni studente teme ma che nessuno conosce davvero. Perché Laura è un iceberg, e di sé mostra solo la punta. All’apparenza non potrebbero esserci individui più distanti tra loro, e invece Caronte, Arianna e Laura sono legati a filo doppio: a scoprire come sia possibile è l’Antiterrorismo, che da anni cerca invano di catturare l’inafferrabile assassino. Nemmeno loro immaginano quanto Caronte sia in realtà vicino, né chi è destinato a finire intrappolato nella tela che sta tessendo: perché il signore delle maschere è a caccia di vendetta, ed è deciso a usare ognuno dei suoi mille volti – e a uccidere altrettante pedine – pur di dissipare i fantasmi che infestano i suoi incubi.
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La notte più lunga – Michael Connelly (Piemme)
Come a ogni alba, la detective Renée Ballard torna al distretto con addosso tutta la stanchezza della notte. È la sua croce, fin da quando si è scontrata in malo modo con i suoi superiori: essere relegata al turno che va dalle sette di sera alle sette di mattina, quello che i poliziotti chiamano “l’ultimo spettacolo”, e dove se resti troppo a lungo ti appioppano soprannomi come “il Relitto”. Ma stavolta alla stazione di polizia c’è una sorpresa ad aspettarla: uno sconosciuto con i capelli grigi e i baffi, intento a frugare tra i vecchi schedari. Un intruso che si chiama Harry Bosch. Proprio lui, il detective del LAPD in pensione che adesso si occupa di cold case al distretto di San Fernando. Harry sta indagando sul caso irrisolto della quindicenne Daisy Clayton, una ragazzina scappata di casa e ritrovata morta in un cassonetto. Una giovane vita finita come un sacco di spazzatura. Bosch ha conosciuto la madre della ragazzina, e non riesce ad avere pace sapendo che chi ha fatto del male a Daisy è ancora a piede libero. Non è facile per Renée, la cui natura scontrosa le ha già alienato parecchie amicizie, superare la diffidenza: Harry Bosch l’ha sentito nominare, sì, ma per lei è un perfetto sconosciuto. E comunque, di solito, Renée non si fida degli uomini. Eppure, quando viene a saperne di più sul caso a cui Bosch è tanto interessato, qualcosa in lei si scioglie. Al punto che sarà proprio lei a voler partecipare alle indagini…
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L’amico immaginario – Stephen Chbosky (Sperling&Kupfer)
Mill Grove è una tranquilla e isolata cittadina della Pennsylvania: solo una strada per arrivare, solo una per andarsene. A Kate Reese sembra il luogo ideale per fuggire da un compagno violento, far perdere le proprie tracce e ricominciare una nuova vita. Lo deve al suo bambino, Christopher, che ha solo sette anni ma sa già quanto il mondo dei grandi possa far male. In quella nuova casa, tutto sembra andare a meraviglia: Christopher incontra nuovi amici, Kate trova un nuovo lavoro. Ma poi, all’improvviso, Christopher scompare. Per sei lunghissimi giorni, nessuna traccia di lui. Finché, una notte, il bambino riemerge dal bosco di Mission Street, al limitare della piccola città. È illeso, ma profondamente cambiato. Nessuno sembra accorgersene; solo sua madre sospetta qualcosa, perché Christopher, che ha sempre faticato a scuola, di punto in bianco prende ottimi voti ed è un vorace lettore. Ma nemmeno lei può immaginare tutta la verità. Christopher ora sente una voce in testa, e vede cose che agli altri sono impercettibili. Conosce i segreti del passato, inghiottiti dal bosco di Mission Street; quelli del presente, celati dietro le facciate rispettabili della città. Conosce il futuro tragico che sta per abbattersi su tutti loro. Non può parlarne a nessuno, nemmeno a sua madre, o lo prenderebbero per pazzo. Ma può e deve compiere la missione che quella voce amica gli detta: costruire una casa nel bosco, prima che arrivi Natale. Altrimenti, per sua madre, i suoi amici e l’intera città, sarà la fine.
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Il monolite. Storie di camorra di un giudice antimafia – Paolo Itri (Piemme)
Paolo Itri porta alla luce con sensibilità e passione, oltre che una punta di ironia, i drammi e le speranze tradite di una terra devastata dalla camorra, in cui la macchina della giustizia arranca, appesantita da contraddizioni e ipocrisie, ma anche, talvolta, da incomprensibili inefficienze e veleni interni.
Il Palazzo di Giustizia napoletano è il più grande d’Italia, e probabilmente del mondo. Dopo anni trascorsi tra le sue mura, per il giudice Paolo Itri l’impressione è ancora quella di trovarsi di fronte al «monolite» di 2001. Odissea nello spazio. Un caos labirintico in cui ogni giorno si scrivono nuove pagine della tragedia e della commedia umana, un avamposto da cui Itri, con gli altri magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha condotto per lungo tempo la tormentata battaglia dello Stato contro la camorra e la corruzione. Il monolite ricostruisce decenni di affari criminali, omicidi, tradimenti e arresti: la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, i Bardellino e i Nuvoletta, i temuti casalesi «Sandokan» Schiavone e Bidognetti, per arrivare ai clan feroci e misconosciuti di città ad alta densità mafiosa come Mondragone, Sant’Antimo o Giugliano. Nonostante le faide e l’azione della magistratura, boss e affiliati «sembrano riprodursi come formiche», trovando sempre il modo di stringere e poi sciogliere nel sangue nuove e vecchie alleanze. Paolo Itri porta alla luce con sensibilità e passione, oltre che una punta di ironia, i drammi e le speranze tradite di una terra devastata dalla camorra, in cui la macchina della giustizia arranca, appesantita da contraddizioni e ipocrisie, ma anche, talvolta, da incomprensibili inefficienze e veleni interni. E tra le indagini di una carriera in prima linea spicca quella sul Rapido 904 del 1984, una strage che sembra anticipare la successiva strategia terroristica di Cosa Nostra, una prima “trattativa” a suon di bombe nella quale potrebbero aver avuto un ruolo anche esponenti della camorra e della banda della Magliana.
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Una scala fino al cielo – John Boyne (Rizzoli)
Maurice Swift vuole fare lo scrittore nonostante sia incapace di immaginare storie. Non ha fantasia, ma un diverso talento, che coltiva fin dall’adolescenza, fin da quando ha capito che gli altri, uomini e donne, lo trovano irresistibile: usa la sua spiazzante bellezza, che si esprime attraverso una sensualità incoercibile, come strumento per ottenere quello che da solo non sa creare, grandi storie. Alla fine degli anni Ottanta, incontro con il noto romanziere Erich Ackermann all’Hotel Savoy di Berlino, dove Maurice lavora come cameriere, gli offre la prima, grande occasione: Ackermann ha avuto successo, ma oggi è un anziano terribilmente solo e inerme di fronte agli assalti della giovinezza, ai suoi furori. Gravato da un passato ingombrante, l’uomo ha vissuto una storia dolorosa ed effettivamente potente che a Maurice fa gola. Swift riesce a insinuarsi nella sua vita, a diventarne amico, e l’esito di questa sua calcolata mossa è un incendiario debutto narrativo che lo porta là dove intendeva arrivare.Ma la caccia vera inizia adesso: il Mr Ripley della letteratura ha bisogno di altre storie e per farlo deve trovare nuove prede, consumare e schiacciare altre esistenze. Il nuovo romanzo di John boyne è un salto nelle tenebre di un opportunismo sfrenato, la descrizione della salita inesorabile e nera di un antieroe letale, che nell’agire al di fuori di ogni morale si appropria di tutte le regole della seduzione.
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Corpi di ballo – Francesca Marzia Esposito (Mondadori)
Anita e Miriam sono le due ballerine di punta di un’importante compagnia di danza classica. Hanno lo splendore e l’energia dei vent’anni, ma hanno qualcosa in più delle loro coetanee: la leggerezza, la capacità di spiccare il volo. E qualcosa in meno: la danza fagocita le loro vite e spazza via tutto il resto. Si allenano molte ore al giorno, e il tempo che rimane è dedicato alla cura del corpo e alla ricerca di nuovi modi per rendersi impermeabili al cibo. Le uniche incursioni del mondo esterno nel loro appartamento sono le visite notturne del ragazzo di Miriam e di un suo amico strambo con la fissa per la scrittura, oltre ai messaggi degli ammiratori che Miriam ha collezionato sui social network pubblicando le sue foto.
Anita considera Miriam talentuosa e carismatica, è convinta che sia una ballerina migliore di lei, ne è sedotta e al tempo stesso non può fare a meno di invidiarla, di sentirsi sottilmente in competizione con lei. L’estate è appena cominciata, insieme alle prove per Ondine, il nuovo balletto che la direttrice della compagnia – un’ex ballerina ossessionata dalla perfezione e dalla magrezza delle sue allieve – ha deciso di mettere in scena. Gli allenamenti sono massacranti, Anita è sempre più stanca, sotto pressione, gelosa della palese predilezione dell’insegnante per Miriam. Un giorno che sembra uguale agli altri, mentre le ragazze fanno la spesa dopo una lunga sessione di prove, Miriam si accascia al suolo e perde i sensi.
Questo evento è destinato a cambiare per sempre la vita di Anita, mandando in frantumi tutte le sue certezze, a cominciare dal rapporto col proprio corpo. È l’inizio, per lei, di un cammino accidentato di ricostruzione della propria identità.
Nel mondo della danza le leggi che valgono là fuori si annullano, la parola perfezione ha un significato diverso, che si avvicina molto al concetto di sparizione: “Quando si balla si azzera la distanza tra la vita e la morte, ci si innalza al di sopra dell’ovvio e del normale, e per farlo occorre ridursi a meno corpo possibile”. È quello che Francesca Marzia Esposito riesce a fare con la sua scrittura leggera, plastica, delicata – a tratti cruda, feroce: ci porta lì dentro con sé, e di quel mondo ci fa sentire la fame, la violenza, l’assoluta vertigine.
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Lettera non spedita – Jennifer Cody Epstein (Rizzoli)
New York, 1989. Ava Fischer oggi ha davanti a sé, tra le lenzuola del letto sfatto, le ceneri della madre Ilse. Le ha ricevute via posta aerea in una scatola, inviatele da un avvocato insieme a un plico di lettere mai spedite e indirizzate a un’amica d’infanzia. Il mistero che avvolge la figura della madre, una donna algida e silenziosa che non le ha mai svelato chi fosse suo padre, né perché da piccolina aveva dovuto abbandonarla in un orfanotrofio della Germania, comincia da qui a sciogliersi. Disorientata dal lutto improvviso – mentre, in parallelo, lunghi flashback inquadrano la giovinezza di Ilse negli anni dell’avvento del Terzo Reich e la sua fondamentale, frangibile amicizia con Renate Bauer – Ava si trova di colpo scagliata nel passato, invischiata nei dolori e nelle incomprensioni che hanno segnato la sua vita, alla ricerca di una madre sconosciuta.
La maggior parte di questi libri mi incuriosisce molto.
Vedremo…
–Elaysa–