Buongiorno Viaggiatori!
Siete pronti per un’altra immersione? Si?
Meglio così, perché è arrivato il momento!
Torniamo sull’isola di Dagon, in compagnia della nostra protagonista Electre.
In questo secondo appuntamento la troviamo alle prese con qualcosa di sospetto.
Sull’isola infatti è appena arrivata la Schatzderseen, una nave tedesca con a bordo una squadra incaricata di cercare giacimenti sottomarini di metano.
Ovviamente l’operazione rappresenta un rischio enorme per l’isola e il suo ecosistema.
Electre, protettrice del posto, decide quindi di chiamare in soccorso Kurt Petri, un ambientalista.
I due sembrano avere una conoscenza di lunga data oltre ad un passato insieme.
In un frangente del romanzo, le due autrici ce lo presentano completamente assorto nei suoi pensieri di gioventù.
Da subito si ha la sensazione che stia architettando qualcosa…
Sapere che la prua punta dritta all’isola di Dagon gli illumina gli occhi di aspettativa e le labbra di un sorriso lieve. Aspetta da anni questo momento. Electre ha bisogno di lui. Con se stesso può essere onesto fino in fondo: mettere i bastoni tra le ruote alla Groeben Methangas è il pretesto che gli serviva per riavvicinarsi all’unico rimpianto della sua vita.
Ma sarà davvero chi dice di essere?
Intanto impariamo a conoscerlo dalle parole di Electre:
Se l’è presa comoda Kurt. Ha sbocconcellato pane e formaggio e tra un bicchiere e l’altro le ha raccontato anni di imprese a metà strada tra impegno ambientale ed ecoterrorismo. I capelli biondi sulle spalle, i tatuaggi sulle braccia muscolose, la raggiera di rughe intorno agli occhi e il sorriso sfrontato. Un pirata, così lo vede Electre.
E il bottino più grosso l’ha fatto quando le ha rubato il cuore.
Si parla già di cuore, di sentimenti.
La prossima volta scopriremo cosa è successo tra loro.
Ora è tempo di tornare in superficie!
A presto!
–Elaysa–