Buonasera Viaggiatori!
Sto scrivendo questo articolo in super ritardo rispetto al mio solito ma, questa volta, è per una buona causa.
In questi giorni infatti mi sento molto meglio e ho ripreso a studiare come si deve. Oggi mi ero prefissata di raggiungere determinati obiettivi e, con mia grande felicità, non solo li ho raggiunti ma li ho anche superati!
Ecco svelato il motivo per cui l’articolo di oggi tarda ad arrivare.
Ma basta con le chiacchiere! Stasera sono qui per svelarvi le prossime uscite di novembre, in particolare quelle della settimana dall’11 al 17.
Iniziamo!
11 novembre 📚
L’evento – Annie Ernaux (L’orma)
Ottobre 1963: una studentessa ventitreenne è costretta a percorrere vie clandestine per poter interrompere una gravidanza. In Francia l’aborto è ancora illegale – la parola stessa è considerata impronunciabile, non ha un suo «posto nel linguaggio». L’evento restituisce i giorni e le tappe di un’«esperienza umana totale»: le spaesate ricerche di soluzioni e la disperata apatia, le ambiguità dei medici e la sistematica fascinazione dei maschi, la vicinanza di qualche compagna di corso e l’incontro con la mammana, sino al senso di fierezza per aver saputo attraversare un’abbacinante compresenza di vita e morte.
12 novembre 📚
La ragazza francese – Lexie Elliot (Piemme)
«Kate, ti ricordi quell’estate?». È Tom, uno dei suoi vecchi amici di Oxford, a dare la notizia a Kate Channing. Kate se la ricorda bene, quell’estate di dieci anni prima, e quella vacanza con il gruppo di amici del college. Erano in sei, studenti, amici, qualcuno più che un amico. La casa che avevano affittato, nell’idilliaca campagna francese, sembrava uscita da un romanzo: era semplicemente perfetta. Tranne che per un dettaglio. La ragazza della porta accanto. Severine. Kate ricorda bene che, da quando era comparsa lei, la loro enigmatica vicina di casa francese, con il suo foulard rosso e il suo bikini nero minuscolo e la pelle dorata dal sole, nulla era più stato come prima. Fino a quell’ultima notte. Il terribile litigio e tutto ciò che ne conseguì. Finita la vacanza, ognuno prese la sua strada e di Severine, scomparsa nel buio di quella notte, nessuno seppe più nulla. E adesso c’è Tom dall’altro lato della cornetta. «Kate, l’hanno trovata. Hanno trovato Severine. Morta». E mentre la polizia cerca di fare luce su ciò che accadde così tanti anni fa, Kate lotta con i sospetti che, inevitabilmente, si addensano su di lei, e con la propria incerta memoria, per salvare se stessa e il suo terribile segreto. Un thriller in cui il passato non perdona nessuno.
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Vite scritte – Javier Marias (Einaudi)
Javier Marías ci propone di trattare gli scrittori non come autori, bensí come personaggi. Non busti di marmo o dipinti a olio, ma protagonisti letterari, al pari di quelli dei romanzi che hanno scritto, animati dalle passioni piú intense o vittime delle piú imbarazzanti ossessioni. Leggendo diari, biografie, testimonianze, scopriremo allora che Conan Doyle bramava di uccidere Sherlock Holmes, che Joyce aveva un’ambigua inclinazione voyeuristica, che Emily Brontë era di un’insospettabile forza fisica o che Rimbaud intratteneva un pessimo rapporto con l’igiene. E cosí nasce Vite scritte, un omaggio agli autori che Marías ha amato, e al contempo un raffinato elogio dei libri.
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Tutto per la patria – Martín Caparrós (Einaudi)
Andrés Rivarola, detto «Pibe», è un trentenne confuso e spiantato che si arrangia come può nella Buenos Aires degli anni Trenta. Sogna di scrivere testi per il tango, ma l’ispirazione latita, un po’ come la fortuna, che si guarda bene dal baciarlo. La sua compagna lo ha lasciato e non gli permette di vedere la figlia Estelita, è stato licenziato, non ha più una casa – dorme in una pensione fatiscente – e per fare un pasto dignitoso è costretto a tornare da mammà. A Rivarola non resta che dormire tutto il giorno e bighellonare con i suoi amici di notte, tra fumose sale da biliardo e loschi bar del centro. E proprio durante una di queste rumorose notti portegne, riceve una proposta dall’amico Gorrión, piccolo spacciatore in odore di guai: ritrovare il calciatore più famoso d’Argentina, Bernabé Ferreyra. L’attaccante del River Plate si sarebbe nascosto nel suo paesello nella pampa, perché il suo club non lo paga abbastanza, pare. Andrés accetta di improvvisarsi investigatore, convinto che in fondo si tratti solo del capriccio di un ragazzino accecato dal successo. Se Rivarola avesse un olfatto più acuto fiuterebbe che la faccenda è marcia, non foss’altro per l’ingerenza del viscido Manuel Cuitiño, dirigente del River Plate, ma soprattutto boss del mercato della carne e non solo. Fortuna, almeno, che Andrés può contare su una fedele Watson: Raquel Gleizer, dai capelli (e dal carattere) rosso acceso, che si veste da uomo, rifiuta le convenzioni sociali e frequenta gli ambienti delle avanguardie letterarie. Rivarola è da tempo innamorato perso di lei, ma Raquel, ça va sans dire, non ne vuole sapere. Tanto più che sono in tanti a farle la corte, anche tale Jorge Luis Borges, un poetastro ridicolo e sfortunato. Dopo i primi giorni sulle tracce del fuoriclasse, a Rivarola sembra già di nuotare in un mare di guai, ma quando scopre che Mercedes, figlia di un leader della destra ultranazionalista e fidanzata segreta di Bernabé, è stata sgozzata, quel mare diventa un oceano in cui sta annegando… Sullo sfondo di una Buenos Aires assediata dalla crisi e consolata dal mito del calcio, fra scontri politici e ferventi ambienti culturali, Martín Caparrós scrive un giallo storico scoppiettante di personaggi e colpi di scena, in cui ricostruisce, con allegra meraviglia, un’epoca in cui già si delineava l’Argentina di oggi.
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Quello che abbiamo in testa – Sumaya Abdel Qader (Mondadori)
Horra, un’italiana di nemmeno quarant’anni, figlia di giordani musulmani, vive a Milano con il marito che la adora e le due figlie adolescenti che più diverse l’una dall’altra non potrebbero essere. La sua non si può proprio definire una vita noiosa, anzi. Come potrebbe, visto che, da perfetta equilibrista, divide le sue giornate tra la famiglia, il lavoro come segretaria in uno studio di avvocati, l’università, che è a un passo dal terminare, il volontariato, le preghiere e le discussioni in moschea, e il suo variopinto ed eterogeneo gruppo di amiche? Eppure, nonostante la fatica e i piccoli problemi quotidiani, nonostante la malinconia per la parte di famiglia che vive lontana, Horra non può che sentirsi serena, felice persino. Ma un giorno, un fatto apparentemente di poco conto ha su di lei l’effetto di uno tsunami. Perché quando, come lei, sfuggi alle classificazioni, quando vivi al confine tra due mondi, quello occidentale e quello orientale, che faticano a riconoscersi tra loro e a riconoscerti, facendoti sentire marziana, estranea, galleggiante, allora inizi a chiederti che cosa significhi davvero essere “liberi”. A maggior ragione se il tuo stesso nome in italiano significa proprio questo, “Libera”. E così, nei mesi che vengono raccontati in questa storia, tra gioie quotidiane e piccole sconfitte, incontri fortunati e discussioni accese, Horra cercherà di trovare una risposta ai suoi tanti dubbi per riuscire a sentirsi, forse per la prima volta in vita sua, davvero fedele a se stessa.
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Per sole donne – Veronica Pivetti (Mondadori)
Adelaide fa l’antiquaria, ha un marito più giovane di lei con cui è in crisi, una madre complice e saggia nonostante un principio di arteriosclerosi, e quattro amiche vere, che come lei stanno attraversando la crisi dei cinquant’anni.
Cinque donne diversissime tra loro ma accomunate da due cose: una visione ormai disincantata della vita e, al tempo stesso, una gran voglia di viverla a pieno. Anche a dispetto dell’età che avanza, come sperimenta dolorosamente Adelaide durante un amplesso con l’atletico amante Lorenzo detto “Trivella”.
Si ride molto, alle loro spalle e a quelle dei loro partner, talmente goffi da suscitare tenerezza.
Ma tra un sorriso e una risata capita anche di riflettere sull’eterna conflittualità dei rapporti tra i sessi e sull’inossidabile valore dell’amicizia.
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Ogni storia è una storia d’amore – Alessandro D’avenia (Mondadori)
L’amore salva? Quante volte ce lo siamo chiesti, avvertendo al tempo stesso l’urgenza della domanda e la difficoltà di dare una risposta definitiva? Ed è proprio l’interrogativo fondante che Alessandro D’Avenia si pone in apertura di queste pagine, invitandoci a incamminarci con lui alla ricerca di risposte. In questo libro incontriamo anzitutto una serie di donne, accomunate dal fatto di essere state compagne di vita di grandi artisti: muse, specchi della loro inquietudine e spesso scrittrici, pittrici e scultrici loro stesse, argini all’istinto di autodistruzione, devote assistenti, o invece avversarie, anime inquiete incapaci di trovare pace. Ascoltiamo la frustrazione di Fanny, che Keats magnificava in versi ma con la quale non seppe condividere nemmeno un giorno di quotidianità, ci commuove la caparbietà di Tess Gallagher, poetessa che di Raymond Carver amava tutto e riuscì a portare un po’ di luce nei giorni della sua malattia, ci sconvolge la disperazione di Jeanne Modigliani, ammiriamo i segreti e amorevoli interventi di Alma Hitchcock, condividiamo l’energia quieta e solida di Edith Tolkien. Alessandro D’Avenia cerca di dipanare il gomitolo di tante diversissime storie d’amore, e di intrecciare il filo narrativo che le unisce, in un ordito ricco e cangiante. Per farlo, come un filomito, un “filosofo del mito”, si rivolge all’archetipo di ogni storia d’amore: Euridice e Orfeo. Un mito che svolge la sua funzione di filo (e in greco antico per indicare “filo” e “racconto” si usavano due parole molto simili, mitos e mythos) perché contempla tutte le tappe di una storia d’amore, tra i due poli opposti del disamore (l’egoismo del poeta che alla donna preferisce il proprio canto) e dell’amore stesso (il sacrificio di sé in nome dell’altro). Ogni storia è una storia d’amore è così un libro che muove dalla meraviglia e sa restituire meraviglia al lettore.
14 novembre 📚
Le isole della morte – Clive Cussler (Longanesi)
I coniugi Fargo, instancabili cacciatori di tesori, vengono ingaggiati da un collega per un progetto di archeologia subacquea a Guadalcanal, nelle isole Salomone. Un antico complesso sommerso è stato rinvenuto al largo della costa, ma la scoperta delle rovine porta con sé più domande che risposte. Apparentemente, in quella zona non sarebbe mai esistita alcuna civiltà evoluta. Inoltre, sembra che qualcuno in passato abbia già scoperto il sito e trafugato diversi oggetti preziosi. Una pista porterebbe alle truppe giapponesi che hanno occupato l’isola durante la Seconda guerra mondiale. Sam e Remi iniziano a indagare sulla scomparsa dell’oro e delle gemme; le loro ricerche, però, sembrano infastidire un gruppo di ribelli, che tenta di porre fine ai lavori di scavo e di uccidere chiunque possa avere qualche informazione. Ma ci sono anche diverse leggende secondo le quali l’area attorno alle rovine sarebbe dannata, dicerie su giganti e misteriose sparizioni di isolani.
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Il delitto dell’artista maledetto – Andrew Martin (Newton Compton)
York, 1799. Nel caldo torrido del mese di agosto, l’artista Matthew Harvey viene ritrovato ucciso in casa sua, pugnalato con un paio di forbici. L’omicidio desta subito scalpore in tutta la città. Le sue opere, infatti, hanno riscosso grande successo grazie alla tecnica utilizzata. Harvey ritraeva i suoi modelli di profilo, tracciando i contorni della loro silhouette su un cartoncino nero che poi ritagliava, creando raffigurazioni suggestive. E se uno dei suoi ultimi sei lavori riproducesse la sagoma dell’assassino? Se il suo volto si celasse dietro le silhouette scure dei misteriosi personaggi ritratti? Fletcher Rigge si trova in prigione a causa dei debiti contratti da suo padre, quando riceve una bizzarra lettera: il figlio dell’artista assassinato gli chiede di risolvere il mistero. Avrà un mese di tempo per trovare l’assassino e, se riuscirà nell’impresa, verrà rilasciato definitivamente. Ma il prezzo per la libertà è la risoluzione di un caso insidioso, in cui dietro ogni ombra si nasconde un pericoloso segreto.
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La casa sull’isola – Catherine Banner (TEA)
1914, isola di Castellamare, Sicilia. In una notte d’inverno, due bambini nascono in due case distanti solo qualche centinaio di metri. Il primo è figlio di Amedeo, il medico condotto dell’isola, e di sua moglie Pina. Anche il secondo è figlio di Amedeo, ma la madre è la sua amante, Carmela, moglie del sindaco di Castellamare. Insidioso, lo scandalo si propaga nell’isola e distrugge la reputazione di Amedeo, che è costretto a lasciare il suo incarico e si ritrova a gestire un bar-pasticceria all’interno di una vecchia casa. Il luogo diventa un posto da cui osservare e commentare un mondo che cambia vorticosamente e che porta sull’isola la tragedia di due guerre mondiali, lo slancio della ricostruzione, le tensioni sociali e politiche degli anni Settanta, la sfacciata abbondanza degli anni Ottanta e le luci e le ombre del nuovo millennio. Sebbene a Castellamare tutto sembri immutabile, i figli e i nipoti di Amedeo non soltanto vivranno tutti questi cambiamenti, ma v’intrecceranno anche le loro storie di amicizia e d’amore, di morte e di speranza. Perché la Grande Storia è sempre fatta di piccole storie. E s’illumina di una luce nuova se c’è qualcuno disposto a raccontarle. Magari da una casa su un’isola.
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Il diavolo nella cattedrale – Frank Schätzing (TEA)
Colonia, 1260. Gerhard Morart sa bene che non potrà mai completare la costruzione della “sua” cattedrale prima di morire. Quello che non sa, purtroppo, è che la morte non tarderà ad arrivare: qualcuno infatti gli tende un agguato su un’impalcatura dell’edificio e lo fa precipitare a terra. Un delitto a sangue freddo, che tuttavia ha avuto un singolare testimone: Jacop, un ladruncolo che si trovava su un melo lì accanto, intento a rubare i frutti succosi per placare la sua eterna fame. Anziché darsela a gambe, Jacop si avvicina a Gerhard, ormai morente, che gli sussurra qualcosa all’orecchio. Così facendo, però, il ladruncolo rivela la propria presenza all’assassino, il quale si lancia in una caccia spietata per ridurlo al silenzio.
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Tracce dal silenzio – Lorenza Ghinelli (Marsilio)
Nina, dieci anni, è diventata sorda dopo essere stata investita davanti a casa. I genitori, decisi a lasciarsi quel brutto ricordo alle spalle, si trasferiscono in una nuova casa confinante con il parco. L’unica vicina si chiama Rebecca, ha ottantaquattro anni e brutti ricordi che la perseguitano. Per la vecchia, Nina è un raggio di sole. Per Nina, Rebecca è la nonna che ha perduto. Ogni sera, prima di dormire, Nina si toglie l’apparecchio acustico e nel silenzio si addormenta, ma una notte una musica la sveglia: è una canzone vecchissima che lei non ha mai conosciuto. Soprattutto, la bambina è l’unica a sentirla. In quella notte, a quell’ora, nella stessa città un ragazzo viene ucciso. Non sarà l’unica volta che Nina sentirà quella musica. Non sarà l’unico episodio di sangue a cui dovrà, con l’aiuto del fratello, porre fine.
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Il tocco del pianista – Mirt Komel (Carbonio editore)
Gabriel Goldman è un pianista eccezionale, una personalità eccentrica e geniale. Ricorda il celebre pianista canadese Glenn Gould, e come lui, ipocondriaco, terrorizzato dalle malattie, è tormentato dal desiderio e dall’incapacità di toccare, dall’impossibilità di infrangere il limite della propria purezza e della propria solitudine. Incontriamo Gabriel in un letto di ospedale di New York. Un evento fatale ha segnato la sua vita e adesso è attanagliato da una terribile fobia: non può più toccare niente e nessuno, soltanto i tasti del pianoforte. Il vuoto del presente si intreccia ai ricordi, in particolare quelli della sua infanzia da bambino prodigio, fino a ripercorrere la storia del mancato amore della sua vita, in un fluire quasi tattile di suggestioni e percezioni.
–Elaysa–