Buon pomeriggio Viaggiatori!
Come ogni lunedì che si rispetti, torno con una nuova recensione!
Ultimamente sto avendo non poche difficoltà a restare al passo con le letture che porto avanti ma sto cercando di recuperare, settimana dopo settimana.
Entro la fine dell’anno avrete sicuramente tutte le recensioni che mancano all’appello.
Il libro di cui vi voglio parlare oggi fa parte della cosiddetta Brexit literature ovvero la letteratura della Brexit. Si tratta di un genere di narrativa contemporanea che, come potete intuire dal nome, è nato successivamente all’evento che nel 2016 ha sconvolto la Gran Bretagna e non solo, ovvero il referendum per la Brexit.
Il romanzo in questione è Il taglio di Anthony Cartwright, pubblicato nel 2019 dalla casa editrice 66th and 2nd.
Ovviamente ne esiste una versione in lingua originale inglese dal titolo The Cut, pubblicato nel 2017 da Peirene Press Ltd.
Entrambe le versioni sono disponibili anche in e-book.
La vicenda è ambientata a Dudley, nel Black Country una parte del paese particolarmente problematica nonostante il periodo di industrializzazione vissuto immediatamente dopo la Seconda Guerra Mondiale.
I personaggi principali sono sostanzialmente due: Cairo Jukes e Grace Trevithick.
Il giorno e la notte.
Cairo, ragazzo del posto, ex pugile ora disoccupato che cerca di guadagnare qualcosa tramite lavori di fortuna.
Grace, nativa di Londra, è una giovane film-maker che ha deciso di trasferirsi a Dudley con l’intento di girare qui il suo documentario sulla Brexit.
I ricchi da un lato; i poveri dall’altro.
Londra e i sobborghi.
La ricchezza da un lato, le difficoltà economiche dall’altro.
Stabilità e insicurezza.
Tutto il romanzo in realtà ruota attorno a questa grande opposizione tra ricchi e poveri. Tra città e periferia.
Opposizione, taglio. Questa è la parola chiave della vicenda che ha lo scopo di mettere in luce i tentativi disperati di una società.
Con questo romanzo infatti, Anthony Cartwright voleva offrire un quadro chiaro della situazione pre e post Brexit.
Se inizialmente, l’uscita dall’Unione Europea era vista come un qualcosa di positivo da parte dei cittadini, una volta raggiunto l’obiettivo, gli stessi cittadini si sono resi conto che la loro condizione non era per nulla migliorata.
Si passa dalla speranza allo sconforto nel giro di poche pagine.
Anche la struttura del romanzo stesso è emblematica in questo senso.
L’autore infatti ha voluto mettere in risalto ancora di più la contrapposizione dividendo i capitoli in “prima” e “dopo” che compaiono in maniera alternata.
Inizialmente il lettore sarà disorientato ma procedendo con la lettura anche il quadro diventerà più chiaro e completo.
Cairo e Grace sono gli emblemi di un paese diviso internamente.
Un paese isolato dal resto del mondo.
Un paese che privilegia i ricchi, togliendo ai poveri.
Un paese in cui ogni decisione sembra essere quella buona ma solo apparentemente.
La Brexit adesso è vista come un mostro che sta divorando il futuro dei cittadini. Anzi no, di parte dei cittadini… della parte povera.
Ho iniziato a leggere questo libro senza alcuna aspettativa particolare in quanto si è trattata di una lettura obbligatoria per un esame all’università.
Il mio approccio è stato del tutto disinteressato e questo ha contribuito ancora di più alla sorpresa finale.
Non me lo aspettavo così. Non mi aspettavo un libro così intenso.
Non mi aspettavo che un libro così breve potesse contenere tante riflessioni.
E invece ne sono rimasta piacevolmente colpita.
Non sarà uno dei libri migliori del 2019 ma indubbiamente è stata una lettura interessante.
Consigliato a chi vuole farsi un’idea più precisa della situazione contemporanea senza doversi documentare eccessivamente riguardo a questioni politiche.
Ho letto anche la versione in lingua.
Livello di inglese medio.
Si legge facilmente ad eccezione di qualche espressione tipica del luogo che potrebbe risultare poco chiara. In ogni caso comprensibile nel complesso, se conoscete l’inglese.
⭐⭐⭐/5
–Elaysa–
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