In caso di disgrazia – RECENSIONE

Buonasera Viaggiatori!

In questa prima settimana di marzo riprendiamo con le vecchie e buone abitudini del lunedì, ovvero con una nuova recensione!
Qualche giorno fa infatti, ho terminato la lettura di In caso di disgrazia di Georges Simenon.
Si, l’ennesimo libro di Simenon.
E indovinate un po’? L’ennesimo colpo di fulmine!
Non c’è niente da fare, non delude mai. Per il momento ho letto ancora poco di quanto è scaturito dalla sua penna ma non ho ancora trovato niente che non mi piaccia.

La quarta di copertina recita così:

Alla luce di quanto oggi sappiamo della vita di Simenon, per sue dirette ammissioni, i turbamenti erotici del protagonista appaiono come un’adombrata liberatoria confessione: “Una fame di sesso puro, se così posso esprimermi senza far sorridere, ossia che prescindesse da qualsiasi considerazione sentimentale e passionale”.
Sono le parole di Gobillot, di fronte all’irrefrenabile impulso che lo governa.

Prima di parlarvi della trama, è opportuno precisare che il libro è costruito come un diario di memorie. La storia è narrata in prima persona dal protagonista, Lucien Gobillot che ripercorre, a ritroso, le vicende dell’ultimo anno della sua vita tormentata.
Il motivo per il quale decide di scrivere questo diario, che lui definisce “la mia pratica personale”, non è ben precisato. Del resto, uno come lui è abituato a scrivere testimonianze, registrare fatti, eventi, emozioni e, soprattutto, è abituato alla verità… almeno così dice.

Ma chi è Lucien?
Lucien è un avvocato molto famoso di Parigi. Un uomo importante che riesce ad influenzare qualsiasi tipo di giuria con le sue arringhe. Sembrerebbe essere molto rispettato ed influente.
E’ sposato con una donna molto distinta, dedita a frequentare persone di un certo calibro, come si conviene alla moglie di un avvocato della capitale francese.
Feste, cene, eventi di gala. La sua vita ruota attorno a questo e Lucien, suo malgrado, si ritrova catapultato in questa realtà.
Lui che a volte si sente addirittura inadeguato al ruolo che ricopre, una posizione che ha sempre ambito a conquistare ma che, molto spesso, gli sta stretta.
Un uomo che, per sua stessa ammissione, ad un certo punto della sua vita diventa ossessionato dal sesso.
Quello carnale, passionale. Il sesso senza sentimento.

A cosa è dovuto questo cambiamento? All’incontro con Yvette, una donna misteriosa che offre il suo corpo a Lucien per sfuggire al processo dopo aver compiuto una rapina.
I due intrecciano una relazione e lui non sembra farsi troppi problemi nei confronti della moglie.

Il rapporto tra i due, ovviamente, si trasforma in una relazione ossessiva e malata.
Lei diventa dipendente da lui. Cerca continuamente di scappare da relazioni sbagliate senza rendersi conto che la situazione sta degenerando lentamente.
Lucien, dal canto suo, trova in questa donna la libertà che non ha mai avuto con la moglie. Scappa da una relazione che crede sbagliata, ignaro che le cose non stiano esattamente così.

Ci troviamo così davanti a tre protagonisti incapaci di prendere una decisione.
Tre protagonisti ossessionati dalla loro relazione.
Tre protagonisti invischiati in un rapporto malato.
Tutti e tre si fanno del male, convinti di star facendo la cosa giusta.
Indubbiamente, Yvette e Lucien sono i più egoisti.
Viviane tenta solo di salvare il salvabile e si piega alle volontà del marito, pur essendo consapevole della sua relazione extraconiugale.

Anche in questo caso, come in ogni libro di Simenon che si rispetti, il finale è stato un pugno allo stomaco.

E’ stato difficile affezionarsi a loro.
Forse, nonostante tutto, l’unica che può essere compatita è Yvette. In fondo, sta solo cercando protezione e comprensione.
Anche Lucien, a modo suo, sta facendo lo stesso ma è difficile condividere il suo comportamento.

Lo stile di scrittura è inconfondibile.
Fin dalle prime righe si riconosce l’enigmaticità della penna di Simenon.
All’inizio la storia risulta confusionaria, ma se così non fosse, non sarebbe lui.
Piano piano però, ogni tassello andrà al suo posto e anche le parti iniziali inizieranno ad assumere un senso nell’intreccio della storia.
Se non avete mai letto nulla di suo, vi direi di non iniziare da questo romanzo. Continuo a consigliare, come primo approccio all’autore, La camera azzurra.

Ah, dimenticavo.
Probabilmente sarà uno dei migliori libri dell’anno.

⭐⭐⭐⭐.5/5

Elaysa

3 Comments

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