Ehi tu, leggi l’incipit! 📖

Buongiorno Viaggiatori!

Finalmente eccomi di nuovo qui! Come vi avevo anticipato in uno degli ultimi articoli, queste giornate sono particolarmente intense causa sessione estiva quindi sto facendo davvero fatica a stare dietro a tutto, compreso il blog (purtroppo).

Nonostante tutto però ho cercato di ritagliarmi dei momenti per me ed è proprio grazie a loro che ho potuto terminare il libro in lettura ed iniziarne un altro. Oggi quindi è d’obbligo pubblicarne l’incipit!

Titolo: La notte prima
Autore: Wendy Walker
Tratto da: capitolo 2


Laura, Oggi.
Giovedì, ore 19. Branston, CT.

Rossetto ciliegia.
Scelgo questo colore perché è brillante e allegro, ottimismo in tubetto, ed è proprio quelo che mi serve stasera.
Il bagno degli ospiti di mia sorella è assurdamente piccolo, col soffitto spiovente e un minuscolo specchio ovale. Il rossetto è in bilico sul bordo del lavandino a colonna.
Lo metto subito, prima di cambiare idea, facendomi scorrere quell’ottimismo sulle labbra. Poi è la volta del correttore, due passate sotto gli occhi castani, per far sparire le occhiaie scure dovute a settimane d’insonnia. Il fard colora di rosa guance che non vedono il sole da tempo immemore.
Gli insonni dormono di giorno.
Mia sorella Rosie mi ha prestato un abito molto grazioso, a fiorellini su fondo nero. Indossa un vestito, una volta tanto. Ti farà sentire più carina.
Rosie ha appena compiuto trent’anni. Ha un marito, Joe, e un bambino piccolo, Mason. Vivono in una casa sulle colline di Branston, a dieci chilometri dal centro. E a due dal luogo in cui tutto questo ha avuto inizio: la strada dove siamo cresciute, Deer Hill Lane.
Rosie dice che tanto non lo mette più, questo vestito. La gonna le è d’intralcio quando deve rincorrere Mason e la sera è troppo stanca per fare qualunque cosa a parte bere una birra nel centro commerciale di periferia. Lo dice come se la mancasse vestirsi e truccarsi per uscire, ma in realtà non servono né l’abito né l’occasione per metterlo, perché le sue giornate sono piene di abbracci, risate a crepapelle e baci appiccicosi.
[…]
Cerco il telefono nel mucchio d’indumenti e di asciugamani sul pavimento del bagno. Quando lo trovo, apro il profilo e mi concedo di sperare. Jonathan Fields. Un nome così musicale.
Jonathan Fields. L’ho trovato su un sito di appuntamenti che si chiama findlove.com. Sì, proprio un sito web. Il nome dice tutto.

Elaysa

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