Ehi tu, leggi l’incipit!

Buongiorno Viaggiatori!

Nell’articolo di ieri vi ho detto che sto leggendo tre libri contemporaneamente.
Oggi ho deciso di pubblicare l’incipit di uno di questi, in particolare del romanzo di Francesco Piccolo.

Titolo: La separazione del maschio
Autore: Francesco Piccolo
Tratto da: Uno


Qualche anno fa, a qualcuno è venuta in mente l’idea di spruzzare della polvere di cacao nel cappuccino. Come se il cappuccino così com’era non bastasse più. L’idea si è diffusa rapidamente. Dopo poco tempo, quando abbiamo ordinato un cappuccino, il barista ha cominciato a chiederci: un po’ di cacao?, con una specie di saliera obesa in mano, già in posizione, e bastava un cenno di assenso per veder ruotare l’angolazione di pochissimo e una spruzzata di cacao sarebbe piovuta sulla schiuma del nostro cappuccino. Io ho sempre risposto: no, grazie.
Mi piaceva il cappuccino così com’era (mi bastava, appunto). Ma è evidente che siamo stati in pochi a dire no, visto che questa storia della spruzzata di cacao è dilagata come un’epidemia vertiginosa. A tal punto che è diventata un automatismo. Se vai in un bar e chiedi il cappuccino, te lo fanno e ti spruzzano il cacao dentro. Senza più chiedertelo. Sei tu che devi dire che lo vuoi senza cacao. In poco tempo, l’evoluzione della polvere di cacao nel cappuccino è stata la seguente: prima non la mettevano; poi hanno cominciato a chiederti se potevano metterla; adesso devi essere tu a dire che non la vuoi. Sei costretto a stare in allerta fin dal primo momento, a non parlare più con nessuno fino a quando il cappuccino non sia stato servito senza cacao, come richiesto – altrimenti vale la lecce del silenzio-assenso. Non puoi più fare colazione un po’ assonnato, perché ti ritrovi la polvere di cacao nel cappuccino.
Quando accade, me lo faccio sostituire; ma non basta. Mi innervosisco, la giornata parte male; mi viene una tensione muscolare dovuta al sopruso che fatico a sciogliere nelle ore successive. Chiedo con aria truce se per caso avevo chiesto il cacao, perché non mi sembrava di averlo chiesto. E vorrei dire: siete andati troppo in fretta, non tenete conto di chi fa qualche resistenza. Non tenete conto di me.

Questo tipo di incipit mi sono sempre piaciuti. Non rivelano niente di che riguardo alla storia ma ti permettono di entrare immediatamente nella vita del protagonista, a piccoli passi. Poche righe ed è come se lo conoscessi da sempre anche se, in fondo, non sai neanche il suo nome.

Elaysa

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