SEGNALAZIONE DEL MESE – Novità editoriali Adelphi

Buongiorno Viaggiatori!

Come ogni ultimo venerdì del mese, oggi l’articolo è completamente dedicato alla casa editrice Adelphi e alle sue nuove uscite.
Ho inserito in questa lista soltanto le novità cartacee ma ci tengo a farvi sapere che sono usciti anche molti ebook…vi basterà andare sul loro sito per scovarli.

Il mago – W. Somerset Maugham (Biblioteca Adelphi)
Corpulento, teatrale, sfrontato, gli occhi che sembrano trapassare l’interlocutore, Oliver Haddo ha l’aria di «un prete sensuale, malvagio». Conosce come pochi la letteratura alchemica e la magia nera, si definisce Fratello dell’Ombra ed è ossessionato dal desiderio di vedere «una sostanza inerte prendere vita» grazie ai suoi incantesimi – dal desiderio «di essere come Dio». Arthur Burdon, il brillante chirurgo che lo incontra a Parigi, non ha dubbi: è uno spregevole ciarlatano, un impostore, forse un pazzo. Ma quando Margaret, la giovane dalla bellezza perfetta che sta per sposare, e che per il mago provava all’inizio un violento disgusto, comincia a esserne morbosamente attratta – come se «nel suo cuore fosse stata seminata una pianta infestante, che insinuava i lunghi tentacoli velenosi in ogni arteria» – e fugge con lui in Inghilterra, comprende che dovrà misurarsi con forze immani, di cui sinora ha voluto ignorare l’esistenza. Dalla sua parte si schiereranno il dottor Porhoe?t, appassionato di alchimia, e la fedele amica e protettrice di Margaret, Susie, ma lo scontro – che Maugham trasforma in una spirale di irresistibile tensione – sarà aspro, tenebroso, lacerante: perché il male che il pragmatico dottor Burdon dovrà combattere è in fondo un’oscura «fame dell’anima», fame di una vita infinitamente viva, di rischiose avventure, di conoscenza soprannaturale e di ignota bellezza.

L’estate dei fantasmi – Lawrence Osborne (Fabula)
Durante un’estate infuocata, mentre nel Mediterraneo infuria la crisi dei rifugiati, sull’isola di Idra sbarca il consueto, sofisticato stuolo di intellettuali, artisti, vacanzieri. È «la stagione dell’ozio»: aperitivi in terrazza, party alcolici, escursioni a bordo degli yacht. Per le ventenni Naomi e Sam si profilano mesi tediosi: l’una ha perso il lavoro in uno studio legale londinese, e in mancanza di alternative è ospite del padre e della seconda moglie nella villa di famiglia; l’altra è appena arrivata da New York e già conta i giorni che la separano dalla partenza. Naomi è tormentata, idealista – o almeno, così le piace far credere; Sam bella, ingenua, acerba. L’intesa è inevitabile; la catastrofe, pure. Quando le due si imbattono in Faoud, un giovane naufrago, Naomi escogita un piano tanto audace quanto sconsiderato per aiutarlo, mossa da un altruismo non del tutto disinteressato, e al tempo stesso dal desiderio di punire l’ipocrisia e la fatuità del padre. Ma Faoud ha troppo da perdere, e non può permettersi di assecondare l’ambiguo zelo umanitario della sua benefattrice. Nel rovinoso precipitare degli eventi, i fantasmi saranno riconsegnati per sempre al loro mondo d’ombra e non ci sarà redenzione per chi è «inconsapevole delle complessità della coscienza».

Figure nel salotto – Norah Lange (Fabula)
Per molto tempo, nel suo stesso paese, No­rah Lange è stata conosciuta solo come «la musa degli ultraisti» e «la donna che ha spezzato il cuore a Borges» (avendo sposa­to il suo antagonista letterario dell’epoca, Oliverio Girondo). Ma, come dimostra questo libro, era molto di più: la Lange possiede infatti il dono di una voce incon­fondibile. Tutto comincia la notte in cui un fulmine squarcia il buio di una calle di Buenos Aires e un’adolescente intravede, nel salotto della casa di fronte alla sua, «tre ombre sottili e pensierose». Da quel mo­mento la ragazza non smetterà più di spia­re le enigmatiche presenze, ossessionata dal desiderio di appropriarsene e dal ter­rore di perderle, finché non riuscirà a se­dersi anche lei in quel salotto, dove tor­nerà ogni giorno, perché tutto, accanto al­le tre donne, acquista «un senso di rottu­ra, di feroce oblio…». Inventa loro una vi­ta, le ama e le odia, desidera vederle morte – una, in particolare, che deve aver commes­so qualcosa di terribile… In questa ipnoti­ca seduta di voyeurismo (o di spiritismo?) il lettore rimane intrappolato sin dalla pri­ma pagina, e fino all’ultima non potrà sot­trarsene.

Ricordi di un entomologo. Volume primo – Jean-Henri Fabre (Biblioteca Adelphi)
Se si eccettuano api e formiche – che am­miriamo per la loro operosità e organizza­zione, ma teniamo comunque alla larga – gli insetti, questi esseri con cui da sempre condividiamo il pianeta, restano per noi degli estranei, il più delle volte fastidiosi e ripugnanti. Eppure, per cambiare il nostro sguardo su di loro, basterebbe aprire a caso una pagina dei Ricordi di Fabre.
Quest’opera immensa, che ha aperto la strada a un nuovo modo di intendere lo stu­dio del mondo animale (sino allora rele­gato dietro le quinte di un museo di storia naturale), è attraversata da una felicità nar­rativa difficilmente eguagliabile in una trat­tazione scientifica, e ancora oggi resta uno di quei rari libri che riescono a trasmettere a qualsiasi lettore la passione verso l’ogget­to di cui parlano. Perché Fabre era prima di tutto uno scrittore, e nella sua prosa ogni esemplare delle infinite specie da lui osser­vate – descritto con millimetrica precisio­ne nel corpo e nell’agire – può trasformar­si nel protagonista di un racconto di avven­tura, a tratti esilarante, che non svela il suo disegno sino alla fine. «Interrogare l’inset­to», investigando le ragioni apparentemen­te insondabili del suo comportamento, è stata la missione della vita di Fabre. E sem­pre, al cuore di una visione del mondo che ben poco concede al caso (le teorie di Dar­win non lo turbarono, mentre Darwin di­chiarò la sua ammirazione per lui), rimane l’istinto: questo dono «perfetto fin dall’ori­gine», che detta la misura delle cose.

Racconti brevi e straordinari – Jorge Luis Borges, Adolfo Bioy Casares (Piccola Biblioteca Adelphi)
Secondo una leggenda, un dio dell’Indostan chiese a un altro dio di cedergli una delle sue 14.516 mo­gli. «Prenditi quella che trovi libera» fu la benevola risposta. Ma in tutti i 14.516 palazzi la moglie giace­va col suo signore, che «si era sdoppiato 14.516 vol­te» affinché ciascuna credesse di essere la favorita. La fonte di questo «racconto breve e straordinario», un libro apparso a Goa nel 1887, è in realtà il­lusoria. E grazie a Bioy Casares sappiamo come so­no andate le cose: «Domani compro il libro dove l’ho letta» gli aveva detto Borges riferendosi alla leggenda. E Bioy: «No, raccontiamola noi e attribuia­mola a un autore qualsiasi» – nella fattispecie, un gesuita portoghese. Così, con estro sfrenato e gio­coso, hanno lavorato i due appassionati antologisti: ritagliando brani da una sbalorditiva molteplicità di opere (dal taoista Trattato del Vuoto Perfetto a Max Ja­cob), ricorrendo ad amene falsificazioni, inventan­do spudorati lemmi bibliografici e apocrifi: come le Memorie di un bibliotecario di Francisco Acevedo, a­lias Borges, o la magnifica Storia dei due re e dei due labirinti, sempre di Borges malgrado la depistante attribuzione. Senza peritarsi di manipolare le fonti: in un’iscrizione che evoca la verginità di Iside, un semplice «(finora)» aggiunge al referto di Plutar­co una maliziosa connotazione: «nessun mortale (finora) ha sollevato il mio velo». Ma l’obiettivo è uno solo: mostrare come un’antologia di vertigino­sa varietà possa racchiudere «l’essenziale di ciò che è narrazione» – vale a dire uno dei grandi piaceri che la letteratura può offrire.

Steve Jobs non abita più qui – Michele Masneri (La collana dei casi)
Molti luoghi del mondo sono macchine del tempo, quasi sempre rivolte al passato. Poi ce ne sono alcuni – pochissimi – che portano direttamente, se non al futuro, a quello che del futuro riusciamo a immaginare. Uno è la California di Michele Masneri. Non importa dove Masneri si aggiri, né con chi parli: che ascolti un autista di Uber descrivergli nei particolari la startup che lo renderà miliardario, registri le lagnanze dei vicini di casa di Mark Zuckerberg, tormentati dalle sue perenni ristrutturazioni di interni, esplori quanto sopravvive dell’un tempo gioioso ecosistema gay, o si faccia spiegare molto bene da Jonathan Franzen dove il pianeta dovrebbe andare per salvarsi, quella che Masneri scrive qui è una lunga, movimentata, esilarante prova provata di quanto ci avesse visto lungo Frank Lloyd Wright, quando sosteneva che tutto quanto sul pianeta non abbia un ancoraggio sufficientemente solido prima o poi comincerà a scivolare verso la California.

A presto!

-Elaysa-

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