Buonasera Viaggiatori!
Siamo giunti, non si sa come, alla prima settimana di agosto ed è arrivato il momento di fare un recap delle novità editoriali di luglio per quanto riguarda la saggistica.
Come spesso succede, la maggior parte delle uscite sono targate Il Saggiatore.
Storia dell’Iran – Farian Sabahi (Il Saggiatore)
L’Iran è uno dei paesi più affascinanti e complessi al mondo. Quale immagine riassume meglio la sua storia contemporanea? Le proteste di fine Ottocento per la vendita della concessione del tabacco a un cittadino inglese, che videro per la prima volta uniti il clero, i mercanti e le donne dell’harem reale? O forse il volto severo dell’ayatollah Khomeini di ritorno a Teheran dopo la rivoluzione del 1979 da cui ebbe origine la Repubblica islamica? La fotografia dei negoziatori internazionali che nel 2015 a Vienna annunciarono l’accordo sul nucleare che avrebbe dovuto portare alla rimozione delle sanzioni contro l’Iran? O i funerali del generale Soleimani, ucciso da un drone statunitense insieme a ogni tentativo di pacificazione tra i due paesi? Impossibile dirlo, come impossibile è descrivere un tappeto a partire da un solo filo. Farian Sabahi ci guida alla scoperta degli ultimi 130 anni di storia dell’Iran: da paese senza esercito né sistema amministrativo, come era la Persia sotto la dinastia dei Cagiari, al lancio in orbita da parte dei pasdaran del primo satellite fabbricato in Iran nell’aprile 2020; dal commercio dei pistacchi e del caviale a quello del petrolio; dall’occupazione degli Alleati durante la Seconda guerra mondiale al precario equilibrio di patti e coalizioni negli anni della Guerra fredda; dal conflitto con l’Iraq di Saddam Hussein a quello con l’ISIS; fino alla difficile gestione della pandemia di Covid-19 sotto l’embargo di Trump. “Storia dell’Iran” è un’opera che attraversa l’economia e la religione, l’evoluzione della società e quella della cultura, la questione femminile e i diritti civili, il nazionalismo e i rapporti con l’estero. Il tentativo di raccontare un paese sfuggente, sospeso tra modernità e tradizione, tra Oriente e Occidente: un popolo indoeuropeo in mezzo agli arabi, un territorio sciita accerchiato da paesi sunniti. Un luogo misterioso, che esiste da millenni e continua con ostinazione a resistere, con tutte le sue contraddizioni.
Draghi sepolti – Sabrina Mugnos (Il Saggiatore)
Questa è una storia che inizia molto lontano e nasce nelle viscere perennemente inquiete del nostro pianeta. È una storia fatta di orrende devastazioni e lunghissimi silenzi, di terremoti ed eruzioni, di fertilità e morte, di luoghi abitati dagli dèi e pendii sui quali hanno trovato casa intere popolazioni. È una storia scritta nel fuoco. È una storia scritta nella terra. È, soprattutto, una storia che parla di noi. Sabrina Mugnos ci guida alla scoperta dei vulcani del territorio italiano, i più importanti d’Europa e tra i più studiati al mondo: dalla Muntagna etnea allo sterminator Vesuvio; dagli inquietanti Campi Flegrei, che da soli potrebbero generare un cataclisma che sconvolgerebbe i cinque continenti, ai giganteschi vulcani sepolti sotto il mare, come il Marsili, dalle dimensioni ancora più grandi dell’Etna; dai quieti Colli Albani alle porte di Roma al mai domo Stromboli. Quello di Sabrina Mugnos è un curioso viaggio in prima persona tra storia e scienza, geologia e mito, lungo le strade percorse nei millenni da uomini e bestie attorno ai crateri del nostro paese in un pericoloso, ma irresistibile, corteggiamento. Un viaggio che ci porta a contatto con paesaggi senza tempo e città dalle sette vite, solfatare e camere magmatiche, colate piroclastiche e dicchi, attraverso l’osservazione diretta degli scienziati, i racconti di chi vive ogni giorno a pochi passi dalla lava e gli episodi ormai entrati nella memoria comune – l’eruzione che distrusse Pompei ed Ercolano, in cui perse la vita anche Plinio il Vecchio, ma anche la rivalità sentimental-cinematografica tra Ingrid Bergman e Anna Magnani da un vulcano all’altro delle Eolie. Tra saggio scientifico e narrazione, “Draghi sepolti” è un’opera che scava nel passato e nel presente per restituirci l’unicità del difficile ma fondamentale equilibrio tra uomo e natura: un cammino inarrestabile di sconfitta e speranza, stupore e conoscenza, che ci invita a ritrovarci nella cenere sui declivi dei nostri vulcani e nell’odore delle ginestre che li cingono a corona.
Donne che fanno la differenza – Lella Golfo (Marsilio)
Negli anni ottanta, Marisa Bellisario è l’unica donna ai vertici del mondo delle telecomunicazioni, una top manager di fama mondiale che diviene icona di modernità e simbolo di parità. Sul suo esempio, Lella Golfo è determinata a costruire una leadership femminile forte e consapevole, capace di portare le ragioni delle donne al cuore della politica, dell’economia, della società. Dietro la sua guida, anno dopo anno, la Fondazione Marisa Bellisario diventa un grande network, che all’insegnamento di Marisa Bellisario aggiunge la forza del dialogo e della rete, diventando artefice e protagonista di tanti dei traguardi raggiunti dalle donne italiane. A ripercorrere questa storia ci sono le tante testimonianze “celebri” di chi ha conosciuto la Fondazione, e poi ci sono i risultati, quel laboratorio d’idee e azioni con cui la Fondazione Bellisario ha contribuito al cambiamento della società, spesso anticipando le istituzioni. Quella della Fondazione è la storia di un’ambizione condivisa e di una solidarietà vissuta. Un racconto positivo e vincente dedicato alle donne, perché diventino sempre più protagoniste della loro vita personale e professionale. Prefazione di Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Il contrario della solitudine. Un manifesto femminista – Márcia Tiburi (Effegu)
Possiamo definire il femminismo come desiderio di democrazia radicale, votato alla lotta per i diritti di tutte coloro che sono costrette a subire ingiustizie armate sistematicamente dal patriarcato. Perché il patriarcato, contrariamente a quanto si possa pensare, non è un processo che colpisce esclusivamente la sfera femminile; coinvolge invece tutti gli esseri il cui corpo viene definito attraverso l’uso che se ne fa. Con questo libro la filosofa brasiliana Márcia Tiburi, in esilio volontario a Parigi per ragioni politiche, ci invita a ripensare queste strutture e prendere sul serio il femminismo, al di là delle mode e delle frasi fatte. L’augurio è che, ripensando criticamente il movimento, con un linguaggio accessibile tanto ai principianti quanto ai più esperti, “Il contrario della solitudine” sia portatore di un’idea di femminismo in comune capace di migliorare il nostro modo di vedere e inventare la vita.
We will survive! Storia del Movimento LGBTIQ+ in Italia – Paolo Pedote, Nicoletta Poidimani, a cura di (Mimesis)
Quando si parla del movimento LGBTIQ+ e delle tappe che hanno segnato la sua nascita e crescita, si fa riferimento quasi sempre ai paesi precursori e a episodi balzati agli onori delle cronache internazionali. La notte tra il 27 e il 28 giugno 1969 a New York, con i moti di Stonewall, segnò certamente la storia della battaglia per i diritti civili, ma l’emancipazione della comunità LGBTIQ+ nel mondo è passata anche attraverso storie peculiari, tra loro molto differenti, e non solo attraverso modelli condivisi. Questo volume è uno strumento utile per conoscere l’evoluzione del movimento per i diritti delle persone omosessuali e transessuali in Italia. Una sfida culturale e sociale cominciata oltre quarant’anni fa – e che oggi ha ancora pregiudizi da estirpare -, raccontata attraverso le biografie, le pratiche, le difficoltà e le conquiste di chi ha preso parte alla lotta alla discriminazione omo/lesbo/transfobica.
Il volo magico. Storia generale delle droghe – Ugo Leonzio (Il Saggiatore)
La stagione di contestazioni e psichedelia degli anni sessanta, gli stati alterati nelle liturgie vediche, le visioni poetiche di Charles Baudelaire, le teofanie delle civiltà precolombiane, i riti sciamanici dei Tarahumara raccontati da Antonin Artaud. L’uomo ha sempre bramato nuove sensazioni, ha sempre cercato nell’estasi il superamento dei propri limiti, ha sempre esplorato stati ulteriori della coscienza. Propulsori della sfera religiosa e collanti sociali, le droghe hanno avuto e tuttora hanno un ruolo centrale in molte culture, perché capaci di riconnetterci con il nostro io più profondo, riunirci con il cosmo o anche solo propiziare il divertimento. “Il volo magico” ci spalanca le porte della percezione, immergendoci nei riti delle più grandi civiltà della storia come dei popoli più nascosti, per fare ordine tra tutti quei saperi che, prima di questo libro, erano tramandati solo per via orale. È, questa di Ugo Leonzio, una ricognizione tra pozioni, polveri, miscele, estratti che hanno accomunato streghe, sciamani e sacerdoti delle più diverse culture ed epoche: dalla mandragora al khat, dal mercurio alla canfora, dal protossido di azoto al betel, dalla benzina alle bevande fermentate, dall’arsenico all’etere etilico, fino a mescalina e ayahuasca, peyote e oppio, cannabis e coca, morfina ed eroina. E ovviamente fino ad Aldous Huxley, Albert Hoffman e Timothy Leary, in uno studio pionieristico dei protagonisti dell’era lisergica: oscurate per mezzo secolo, le loro ricerche stanno oggi rifiorendo in un Rinascimento psichedelico che, come racconta Agnese Codignola nella sua prefazione, mette in luce le qualità terapeutiche dell’Lsd e rivoluziona il mondo della medicina occidentale. Fra testi sacri e osservazioni antropologiche, dati scientifici e materiali letterari, l’indagine di Ugo Leonzio ci dà un quadro completo delle sostanze al di là delle facili demonizzazioni e delle altrettanto facili celebrazioni, facendo del “Volo magico” un testo per chiunque voglia sondare i percorsi e sfidare i confini della nostra mente. Prefazione di Agnese Codignola.
Il senso della fine – Frank Kermode (Il Saggiatore)
Qual è il rapporto tra romanzo e Apocalisse? In apparenza nessuno. Ma non è quello che pensa Frank Kermode, uno dei più importanti critici letterari del Novecento. La sua tesi, in questo libro ritenuto un classico, è che solo il romanzo abbia ereditato dall’immaginario apocalittico – in un’epoca secolarizzata come la modernità – quel «senso della fine» in cui trova forma la nostra umana pretesa che la vita abbia una struttura, un compimento, e non sia un lento sgocciolare verso il non essere attraverso le riarse sterpaglie del non senso. Apocalisse e romanzo postulano invece un disegno, una trama, una figura di destino, un «non ancora» saturo di possibilità che riscatti e dia senso anche a ciò che è già stato. “Il senso della fine” è oggi attualissimo, ora che l’immagine dell’Apocalisse, nella forma della catastrofe ecologica da noi stessi provocata, è tornata a bussare alle nostre porte, agitata da profeti veri o falsi che siano.
Funghipedia – Lawrence Millman (Il Saggiatore)
Per quanto possa sembrare bizzarro, tu e i funghi che hai appena raccolto, e che forse intendi cucinare, avete davvero molto in comune: avete un corredo genetico simile, e probabilmente una piccola creatura marina è il vostro stesso antenato; inoltre, a differenza dei vegetali non potete ricavare nutrimento dalla luce solare. Non sorprende quindi che i funghi abbiano stimolato la curiosità e l’immaginazione umana in tutte le culture: messaggeri di divinità ctonie o celesti, protagonisti di fiabe e leggende, fonti di ispirazione per gli artisti, ingredienti di medicine o droghe attraverso le quali intravedere realtà nascoste. I funghi costituiscono un regno variegato e imprevedibile che comprende lieviti, muffe e specie estremamente resilienti o specializzate che si nutrono solo di punte delle stalattiti nelle grotte, di foglie bagnate da urina d’alce o di radiazioni residue nelle centrali nucleari. “Funghipedia” raccoglie curiosità e descrizioni di questi organismi affascinanti, ma anche miti, tradizioni e notizie sulle non meno eccentriche vite di celebri micologi. Lawrence Millman scrive un compendio colto, profondo e, al tempo stesso, divertente che ci svela un regno della natura troppo spesso ignorato, ma fondamentale per la vita stessa sul pianeta Terra.
Queste erano le novità per quanto riguarda la saggistica.
C’è qualcosa che vi attira?
–Elaysa–
L’Iran, senz’altro!
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Anche a me intriga ☺️
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Io, poi, di solito lo chiamo Persia 😉
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