Buon pomeriggio Viaggiatori!
Ricominciamo alla grande l’attività del blog con un nuovo appuntamento della rubrica dedicata ai saggi.
Oggi vi voglio parlare di un libro che ho affrontato recentemente per l’università.
La voce del testo. L’arte e il mestiere di tradurre è un saggio ricavato da un’insieme di esperienze sul campo fatte da Franca Cavagnoli, scrittrice e traduttrice.
In queste pagine sono raccolti esperimenti di traduzione ed esercizi che l’autrice ha condotto nel corso dei suoi workshop e corsi dedicati alla traduzione.
Dal punto di vista della struttura, il volume si divide in 3 parti:
1. Leggere
2. Tradurre
3. Rivedere
Ognuna di queste parti rappresenta una fase fondamentale del processo traduttivo che si articola in maniera lineare seguendo questi step.
Come sottolinea anche la Cavagnoli, e con lei tanti altri studiosi di traduzione, prima di tradurre bisogna leggere, capire il testo e l’ambiente in cui si è sviluppato. Questo ci porterà ad identificare la dominante del testo, l’aspetto importante, quello da preservare a tutti i costi nella traduzione.
Da qui, il traduttore deve identificare le strategie giuste per tradurre tenendo ovviamente conto del genere testuale che sta affrontando.
L’ultima fase, spesso sottovalutata, è la revisione. In realtà è uno step molto importante, forse anche più importante della traduzione stessa.
E’ un passaggio che richiede tempo, in media un terzo dell’intero processo di traduzione.
Lo consiglio? Certamente.
Potrà sembrare banale ma… lo consiglio a tutti, anche ai lettori.
CONSIGLIATO se:
🔹 siete lettori appassionati e volete scoprire il magico mondo della traduzione editoriale;
🔹 siete traduttori e volete approfondire la pratica della traduzione;
🔹 il mondo della traduzione vi affascina ma non avete gli strumenti per affrontarlo. Questo libro può essere un primo e valido strumento.
“La traduzione è in quanto esperienza, riflessione. E’ prima di tutto fare esperienza dell’opera da tradurre e nello stesso tempo della lingua in cui quell’opera è scritta e della cultura in cui è germinata. E subito dopo è un fare esperienza della lingua madre e della propria cultura, che deve accogliere, vincendo ogni possibile resistenza, la diversità linguistica e culturale del romanzo o del racconto da tradurre. […] Il percorso proposto in queste pagine è di graduale difficoltà ed è stato pensato in primo luogo per i lettori forti, per chi ha una viva curiosità per la lettura ed è desideroso di accostarsi alla traduzione e di entrare nella sua officina.”
E’ un saggio breve ma pieno di nozioni importanti.
Alcuni concetti sono complessi ma l’autrice ha saputo spiegarli in maniera chiara, grazie anche al supporto dei tanti esempi riportati.
Per questo motivo non ci sono grandi impedimenti nell’affrontare il saggio.
Indubbiamente troverete molti riferimenti a teorici e studiosi della traduzione ma tutto viene spiegato, senza troppi giri di parole.
Ho dovuto studiare questo saggio per un esame universitario. Inizialmente non mi ha convinto, poi però ne ho compreso il valore.
La cosa che ho apprezzato meno sono stati gli esempi ma è un problema mio.
Di solito non mi piace quando l’autore porta il lettore a distogliere l’attenzione dal discorso teorico spezzando troppo il testo.
Qui gli esempi erano necessari trattandosi dell’esperienza diretta dell’autrice ma, in certi momenti, avrei preferito ce ne fossero meno. Alla fine però, è bastato passare oltre e tornare a leggere l’esempio in un secondo momento.
BONUS: la ricca bibliografia posta alla fine del volume è indubbiamente un punto forte del saggio.
Consigliato, sotto tutti i punti di vista.
⭐⭐⭐⭐/5
–Elaysa–