Buon pomeriggio Viaggiatori!
Qualche giorno fa, dopo aver concluso il thriller di Angela Marsons (di cui trovate già la recensione sul blog) mi sono buttata a capofitto su un nuovo libro, un altro thriller.
Ve l’ho già svelato su Instagram ma oggi sono qui per proporvi il suo incipit.

Titolo: Ladykiller
Autore: Martina Cole
Tratto da: prologo
«Ti avevo solo chiesto di toglierti quelle scarpe piene di fango. Per l’amor di Dio, George, sei scemo o cosa? Non riesci a capire nemmeno le cose più semplici?»
Elaine Markham guardò il viso privo di espressione del marito e dovette combattere contro l’istinto di sferrargli un pugno. Si era accorta che stava digrignando i denti e fece uno sforzo per rilassarsi. I suoi occhi tornarono al fango umido sparso su tutto il pavimento della cucina.
Con un sospiro profondo, tirò fuori uno straccio da sotto il lavandino, sbatté la porta del mobiletto e iniziò a riempire d’acqua una bacinella di plastica. George Markham rimase a guardare la moglie che versava un po’ di Flash nell’acqua. Dopo essersi seduto su una delle sedie della cucina, iniziò a togliersi le scarpe da giardino, attento a non lasciar cadere altro fango o terra sul pavimento immacolato.
Elaine diede le spalle al lavandino, con la bacinella d’acqua in mano, e gli gridò: «Non puoi farlo su un pezzo di giornale? Sei così stupido?»
George fissò la moglie per qualche secondo, mordendosi il labbro inferiore.
«Scusa Elaine.» Il tono era basso e disorientato. Quel mormorio le fece strizzare gli occhi.
George si tolse le scarpe, andò alla porta della cucina e le lasciò fuori. Rientrò e tornò a rivolgersi alla moglie.
«Da’ qua, Elaine. Pulisco io questo casino.» Le sorrise mestamente, e lei prese ad ansimare. Scosse la testa irritata.
«No. Faresti solo peggio. Per Dio, George, non mi stupisce che non ti trovi bene al lavoro. E’ già incredibile che ti facciano andare ogni giorno.» Appoggiò la bacinella di acqua bollente a terra e si inginocchiò. Mentre iniziava a lavare il pavimento, ancora si lamentava.
«Sul serio, fai venire i nervi a chiunque, cazzo. Non riesci a fare niente, e dico niente, senza incasinare tutto. Basta pensare alla settimana scorsa…»
George guardava le enormi chiappe della moglie che si muovevano su e giù sotto il grembiule mentre lavava e parlava. I rotoli di grasso sui suoi fianchi stavano tremolando in modo preoccupante mentre sfregava il pavimento. Nella sua testa, George si vedeva mentre si alzava dalla sedia e le tirava il calcio più forte che poteva sul sedere, facendola ruzzolare insieme alla bacinella d’acqua. Quella fantasia lo fece sorridere fra sé.
[…]
Lui continuò a osservare la moglie. La scrutò mentre con le braccia e le mani forti strizzava lo straccio, le dita che spremevano fino all’ultima goccia d’acqua. Quanto avrebbe voluto stringere il collo di Elaine.
Non sarà l’incipit più intrigante di tutti i tempi ma ha il suo perché.
Il lettore infatti, già da queste prime righe del libro percepisce una tensione palpabile tra i due coniugi protagonisti della scena, Elaine e George Markham. La prima, non fa altro che apostrofare il marito con aggettivi tutt’altro che carini; il secondo, dal canto suo, è del tutto indifferente alle parole della moglie. L’ultima frase, tuttavia, colpisce e accende la curiosità.
Ho iniziato il libro soltanto da pochi giorni e sono già arrivata oltre pagina 100.
Lo sto divorando, letteralmente.
–Elaysa–
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