Buon pomeriggio Viaggiatori!
Oggi torna l’appuntamento con la rubrica dedicata al nostro paese e alle cose belle che possiamo trovare nel nostro territorio.
Vista la situazione generale che stiamo vivendo, ho pensato che fosse importante promuovere bellezza e positività (nel senso originario del termine!).
Navigando sul web sono venuta a conoscenza dell’esistenza di un Premio Letterario particolare dedicato a tematiche legate alla salute.
La malattia ha un grande impatto nella vita del paziente che è, prima di tutto, una persona con dei sentimenti, un’emotività e una sensibilità. Di conseguenza, anche il racconto della malattia assume tantissima importanza, dà valore ad un’esperienza che, da individuale può diventare collettiva.
Il Premio letterario Angelo Zanibelli, realizzato da Sanofi ha proprio questo obiettivo. Tramite i racconti degli iscritti al concorso, si cerca di promuovere l’informazione riguardo determinate tematiche nonché far aumentare empatia, solidarietà e comprensione nei confronti di chi, purtroppo, racconta un vissuto traumatico attraverso gli occhi della malattia e del dolore.
La giuria chiamata a valutare le opere, sia edite che inedite, è presieduta da Gianni Letta.
Da quest’anno, il Premio prevede anche un riconoscimento dedicato alle associazioni dei pazienti che si impegnano quotidianamente per dare voce ai bisogni di persone affette da patologie.
Il premio sarà assegnato all’associazione che saprà raccontare meglio la propria patologia di riferimento.
Tema dell’edizione 2020 è l’importanza del progresso in ambito medico e scientifico per supportare l’evoluzione della digitalizzazione nei siti produttivi del settore.
Potete trovare tutti i dettagli qui.
L’edizione di quest’anno è giunta al termine.
La premiazione sarà proprio stasera in diretta streaming.
Nonostante non ci sia più la possibilità di partecipare, ho voluto comunque condividere questa iniziativa perché credo sia importante leggere certe storie.
Per quanto possano essere dolorose, sono utili e a volte necessarie per entrare in empatia con gli altri.
Io sono una persona estremamente sensibile riguardo certe cose quindi solitamente riesco a mettermi nei panni di chi ho davanti, soprattutto quando ci sono malattie di mezzo, avendo io per prima sofferto molto in questo senso.
Purtroppo non tutti sono così. Non tutti riescono a capire, ad essere empatici.
Molte volte mi sono sentita dire che ero esagerata, che non poteva fare poi così male. Allo stesso modo, non sono stata creduta (da persone che ritenevo amiche) quando raccontavo la mia patologia.
Inizialmente ci stavo male. Adesso ho imparato a farmi scivolare addosso determinate parole.
Solo chi affronta una malattia può capire.
Gli altri giudicano ma farebbero meglio a stare in silenzio.
#restiamoumani.
–Elaysa–