Buongiorno Viaggiatori!
E’ di nuovo martedì.
E’ di nuovo tempo dell’incipit del libro in lettura.
Oggi ritorno a casa, dal mio amato Simenon 😍.
E’ l’ultimo libro che possiedo scritto da questo autore ma credo che presto provvederò a fare rifornimento perché c’è sempre bisogno di un nuovo Simenon in libreria.

Titolo: La neve era sporca
Autore: Georges Simenon
Tratto da: 1
Senza un avvenimento fortuito, il gesto di Frank Friedmaier avrebbe avuto quella notte un’importanza relativa. Evidentemente Frank non aveva previsto che il suo vicino di casa Gerhardt Holst sarebbe passato di là. Il fatto che Holst era invece passato e l’aveva riconosciuto cambiava tutto; ma Frank accettò sia il fatto sia le conseguenze.
Ecco perché ciò che avvenne quella notte vicino al muro della conceria fu ben diverso, per il presente e per il futuro, da una perdita, poniamo, di verginità.
A questo paragone Frank aveva pensato subito, e se ne era sentito divertito e contrariato al tempo stesso.
Il suo amico Fred Kromer – è vero che Kromer aveva già ventidue anni – aveva ucciso un uomo una settimana prima, proprio uscendo da Timo, dove Frank si trovava qualche minuto prima di andare ad appiattirsi contro il muro della conceria.
Ma poteva davvero contare, il morto di Kromer? Kromer si dirigeva verso la porta abbottonandosi la pelliccia, con la solita aria d’importanza, un grosso sigaro ficcato tra le labbra carnose. Luccicava. Kromer luccicava sempre. Aveva una pelle spessa come quella di certe arance, una pelle che pareva sempre in traspirazione.
Qualcuno l’aveva paragonato a un torello che non trova sfogo; ed effettivamente quel suo viso spesso e lucido, gli occhi acquosi e le labbra tumide non potevano che richiamare un’idea di sensualità.
Un individuo piccolo, magro e dall’aspetto febbricitante come se ne vedono molti, specie di notte, gli aveva stupidamente sbarrato la strada – non si sarebbe creduto, a vederlo, che avesse in tasca il denaro sufficiente per andare a fare una bevuta da Timo – e aveva cominciato a fare la voce grossa, aggrappandosi al suo collo di pelliccia.
Che cosa mai gli aveva venduto, Kromer, di cui non era rimasto contento?
–Elaysa–
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