Ehi tu, leggi l’incipit! 📖

Buon pomeriggio Viaggiatori!

Secondo articolo di giornata, questa volta dedicato all’incipit della nuova lettura che ho iniziato nei giorni scorsi.
Si tratta di un libricino piccolo ma potente che affronta la tematica del lutto e della rinascita con una dolcezza incredibile.

Titolo: Il dolce domani
Autore: Banana Yoshimoto


Quando vidi quel bastone di ferro conficcato nella mia pancia pensai di non avere scampo: ormai ero morta.
Poi chissà perché fui colpita dalla ruggine che ne copriva l’intera superficie. L’istinto è imprevedibile: che differenza poteva mai fare, in quella condizione, se il bastone era arrugginito o nuovo di zecca?
D’istinto, infatti, provai una sensazione sgradevole e un pensiero prese il sopravvento: “E’ tutto arrugginito, accidenti”. Me lo ricordo bene. Lo sentii distintamente.
Allora avevo vent’otto anni e credevo ancora che la vita durasse in eterno, o quasi. Quell’immagine si fissò dentro di me insegnandomi il principio che sta alla base di tutte le cose: “La morte è sempre a un passo da noi”. Ed è davvero solo un piccolo passo, pensai.
Poi il bastone fu rimosso, ma quella sensazione non mi abbandonò mai più.
Ero in macchina con Yoichi, il ragazzo con cui vivevo una relazione a distanza, lui a Kyoto e io a Tokyo. L’incidente avvenne lungo la strada per Kamigamo, dove si trovava il suo appartamento, che fungeva anche da studio.
Era fine estate, tornavamo dalle terme di Kurama. Ancora accaldati, decidemmo di passare appena fuori da Kibune, dove la strada, immersa nel silenzio e nella penombra, aveva il profumo della vegetazione. Eravamo poco distanti dallo spettacolo meraviglioso delle rive del fiume Kamo durante la piena fioritura.
[…]
E poi all’improvviso eccoci a testa in giù, in bilico sull’argine del fiume, epilogo del vano tentativo di schivare un’auto venutaci addosso per un colpo di sonno del conducente. Battei la testa, il sangue mi colò sugli occhi tutto si fece rosso, il bastone mi si conficcò nella pancia. Yoichi lo teneva in macchina perché gli serviva per le sue creazioni…
Lui sta bene? Moriremo entrambi? Lo sapevo, è pericoloso girare con un bastone di ferro in macchina. Furono questi i miei pensieri. Niente belle parole negli ultimi istanti, niente di niente, solo sensazioni, né più né meno.
[…]
“Non c’è più niente da fare. Io posso anche morire, ma lascia che Yoichi viva. Se rimane ancora un soffio di vita in me, dallo a lui. I miei occhi hanno visto tante cose. Paesaggi stupendi e una miriade di istanti. Ho avuto un tetto sotto cui dormire, il dono di due bravi genitori, ho riso di gusto, mangiato in abbondanza, un corpo sano e forte. Grazie di tutto. Ma fa’ che Yoichi viva.”

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