Buongiorno Viaggiatori!
Come avete visto dal mio profilo Instagram, qualche giorno fa ho iniziato (finalmente direi) un bel mattone che credo mi accompagnerà per un bel po’ ovvero 4321 di Auster.
Anche in questo caso, primo incontro con l’autore (shame on me!).
In una parola: folgorante.
Non ha bisogno di molte presentazioni ma ho deciso comunque di pubblicare l’incipit del romanzo.

Titolo: 4321
Autore: Paul Auster
Tratto da: I.0
Secondo la leggenda di famiglia, il nonno di Ferguson partì a piedi da Minsk, sua città natale, con cento rubli cuciti nella fodera della giacca, viaggiò a ovest fino ad Amburgo passando per Varsavia e Berlino, comprò il biglietto per una nave chiamata Empress of China che attraversò l’Atlantico in mezzo a violente tempeste invernali ed entrò nel porto di New York il primo giorno del ventesimo secolo. Mentre aspettava di essere interrogato da un funzionario dell’immigrazione a Ellis Island, il nonno di Ferguson attaccò discorso con un altro ebreo russo. Quello gli disse: Scordati il nome Reznikoff. Qui non te ne fai niente. Per la tua nuova vita in America ti serve un nome americano, uno che suona bene in americano.
Poiché nel 1900 l’inglese era ancora una lingua straniera per lui, Isaac Reznikoff chiese suggerimento al più esperto e maturo compatriota. Di’ che ti chiami Rockefeller, fece quello. Così vai sul sicuro. Passò un’ora, poi un’altra ora, e quando si accomodò per rispondere alle domande del funzionario, il diciannovenne Reznikoff aveva già dimenticato il nome che gli era stato suggerito da quell’uomo. Nome?, chiese il funzionario. Battendosi la fronte indispettito, lo stanco immigrato se ne uscì in yiddish, Ikh hob fargessen (Non me lo ricordo più)!
E fu così che Isaac Reznikoff cominciò la sua nuova vita in America come Ichabod Ferguson.
Questo gli creò parecchie difficoltà, soprattutto all’inizio, ma anche quando non fu più l’inizio, nulla andò come aveva immaginato nel suo paese d’adozione. E’ vero che riuscì a trovare moglie poco dopo aver compiuto ventisei anni, ed è anche vero che sua moglie Fanny, nata Grossman, gli partorì tre maschi sani e robusti, ma la vita in America continuò a essere una lotta per il nonno di Ferguson, dal giorno in cui scese dalla nave fino alla notte del 7 marzo 1923, quando andò incontro a una morte precoce e inattesa all’età di quarantadue anni, ucciso a colpi d’arma da fuoco a Chicago, durante una rapina nel magazzino di pelletteria dove lo avevano assunto come metronotte.
–Elaysa–
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