I 5 LIBRI MIGLIORI DEL 2021

Buongiorno Viaggiatori!

Dopo una domenica di relax passata a leggere, trovo il coraggio di aprire questa pagina e mettermi a scrivere un articolo che sto rimandando da tanto, troppo tempo. I motivi che mi hanno trattenuta dal fare questa classifica sono molteplici. Primo fra tutti, la mancanza di tempo e lucidità mentale per scrivere qualcosa di sensato; al secondo posto, shame on me, la consapevolezza di non avervi mai parlato del libro al vertice di questa top 5 nonostante sia stato il preferito dell’anno.

Prima di iniziare ci tengo a precisare due cose: ho fatto una cernita molto risicata rispetto a tutti i libri letti che, potenzialmente, sarebbero potuti entrare a far parte della lista. La scelta è stata fatta in base alla valutazione che ho messo su Goodreads (valutazione che non considera lo stile come primo parametro); premessa numero due: questi libri non formano una classifica. L’ordine con cui ve ne parlo è assolutamente casuale.

Partiamo proprio da lui quindi, diamogli un po’ di giustizia. Un posto tra le migliori letture del 2021 se lo aggiudica, a mani basse, Il miglio verde di Stephen King. Su Instagram ve ne ho parlato a spizzichi e bocconi più volte senza però farne una recensione vera e propria. Mi sono dimenticata? Assolutamente no.
L’ho letto in una delle mie fasi da lettrice bulimica in cui avevo volevo divorare storie, di continuo.
Era marzo 2021, dedicavo le giornate alla stesura della tesi e avevo bisogno di qualcosa che mi coinvolgesse. E ho scelto lui.
Come ho scritto in entrambi i post di Instagram, è impossibile restare indifferenti davanti alla storia narrata in queste pagine. E’ un libro che ti entra nell’anima e ti cambia nel profondo anche se forse, sul momento, non ce ne rendiamo conto. Non credo sia necessario che io mi soffermi sulla trama, penso la conosciate tutti. Ciò che è importante sottolineare è la molteplicità di emozioni e sentimenti contrastanti che si provano leggendo il libro. Il lettore viene trascinato a Cold Mountain e diventa, improvvisamente, un condannato.

I restanti 4 titoli di cui vi parlo sono tutti primi approcci ai rispettivi autori. Sono molto contenta di essere riuscita, nel 2021, ad esplorare nuovi lidi ed uscire un po’ dalla mia confort zone tra letteratura russa e letteratura giapponese.

Partiamo con Dostoevskij di cui ho letto Il giocatore. Un classico del genere, nonché probabilmente il più breve dell’autore. Anche di questo libro non sono riuscita a scrivere qualcosa di sensato ma penso sia stata, per me, la scelta migliore come primo incontro.
Il giocatore è un libro breve ma intenso, scritto dall’autore per ripagare i suoi tanti debiti di gioco (ebbene sì, era anche lui un giocatore d’azzardo).
Il protagonista è Aleksei Ivanovic, un giovane precettore che si ritroverà vittima della società e dei suoi vizi. L’ambientazione è quella di una città immaginaria, chiamata Roulettenburg.
Fallimenti, intrighi, amicizie e coalizioni pericolose sono gli elementi chiave di questa storia; lo stile frizzante dei dialoghi si contrappone perfettamente alla drammaticità degli eventi.

Proseguiamo ora con due romanzi giapponesi agli antipodi tra loro ma che, in un modo o nell’altro, mi hanno regalato un’emozione.
Il primo è Un litro di lacrime di Aya Kito, libro autobiografico scritto sotto forma di diario, pubblicato postumo. Si tratta di una storia commovente in cui si affronta la tematica della malattia. La protagonista infatti è affetta da una malattia degenerativa e incurabile che lotta continuamente per la vita. Non nego di aver pianto leggendo alcuni passaggi; è un libro che ti sbatte in faccia la realtà, nuda e cruda. Recensione qui.

Il secondo libro giapponese che si è guadagnato un posticino nel mio cuore è Il mistero della donna tatuata, romanzo poliziesco scritto da Takagi Akimitsu la prima sua opera tradotta in Italia.
Un romanzo in cui il Giappone si respira dalla prima all’ultima pagina; un libro in cui la storia narrata e la cultura del Paese e le sue tradizioni si intrecciano alla perfezione restituendo al lettore un racconto enigmatico che ruota attorno alla morte sospetta di una donna tatuata. A mio parere, lo stile molto diverso da ciò a cui siamo abituati, è l’elemento che dà un tocco in più al romanzo. Recensione qui.

Infine, veniamo all’ultimo titolo ovvero La fabbrica di Joanne Ramos, anche questo molto presente sul mio feed di Instagram. E’ un romanzo corale che racconta la vita di diverse donne, tutte filippine, che hanno abbandonato la loro terra alla ricerca di una vita migliore ovviamente in America. Si tratta di donne che si ritrovano a condividere alcuni anni a Golden Oaks, una struttura per madri surrogate. Vittime e carnefici di un sistema perverso che le considera soltanto “carne da riproduzione”.
Il romanzo ci offre la vista di un’America diversa, molto lontana da quelle che erano le aspettative per chi vi si rifugiava, soprattutto se si trattava di rifugiate donne. Per loro ancor di più infatti, il sogno americano era lontano anni luce. Ciò a cui andavano incontro era soltanto un’altra forma di schiavitù.

Bene Viaggiatori, questi erano i libri migliori del mio 2021. Spero che questo articolo vi sia stato di ispirazione per eventuali acquisti futuri.
Per oggi è davvero tutto! Io conto di tornare attiva al più presto altrimenti, se vado avanti così, finisce che mi scorderò come si scrive un articolo sul blog! 😂

Elisa

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