Buon pomeriggio Viaggiatori!
Nel bookhaul di ieri vi ho parlato del libro che ho ricevuto da La Corte Editore, un saggio che affronta la tematica dell’aborto attraverso la voce delle donne che hanno dovuto/voluto scegliere in questo senso.
Oggi, vi voglio proporre l’incipit al primo capitolo per farvi entrare ancora di più nel testo.

Titolo: Il diritto di scegliere. Sull’aborto. Storie e riflessioni oltre la retorica
Autrice: Simona De Ciero
«La verità è che non so ancora cosa farò: sono disperata e non vedo vie d’uscita. Per questo c’ero anche io, il 9 luglio scorso davanti alla Casa Bianca, a urlare contro quel provvedimento assurdo che ha fatto precipitare improvvisamente la mia vita in un incubo, sbriciolando ogni mia certezza.»
Kinsley è una giovane americana di 26 anni che a luglio 2022 avrebbe dovuto abortire ma che due giorni prima è stata contattata al telefono dalla clinica per rimandare l’appuntamento a data da destinarsi. Kinsley vive in South Dakota, regione degli Stati Uniti dove l’aborto è diventato illegale a meno che, per ragioni gravi di salute, significhi rischiare la vita; una misura restrittiva entrata in vigore immediatamente dopo la sentenza Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization emessa dalla Corte Suprema Americana il 24 giugno 2022 e che assegna ai singoli Stati il diritto di normare l’aborto volontario fino a vietarlo del tutto. «E’ stata una doccia fredda sentirmi dire ci dispiace ma dobbiamo annullare il suo appuntamento e non sappiamo se potremo dargliene un altro ed entro quali tempi, farebbe meglio a organizzarsi diversamente.»
Kinsley non sa come reagire. «In quali strutture dovrei andare, visto che nel Paese in cui vivo, dal giorno alla notte, abortire sta diventando fuori legge?» racconta di essersi chiesta mentre disperata guidava la sua auto verso Washington per partecipare a una delle tante manifestazioni organizzate contro questa sentenza della Corte Suprema.
Un provvedimento che sta stravolgendo la vita di migliaia di donne americane.
E di uomini.
[…]
Confusione, paura e senso di abbandono: tanti giovani non capiscono come, proprio negli Stati Uniti, patria dei diritti e della libertà individuale, sia possibile vivere un momento di tale regressione.
«Non avrei mai pensato che mi sarei trovata a prendere una decisione così difficile, eppure è successo. E ora che finalmente, dopo tante domande, tormenti e dolore ho capito che cosa voglio, cioè che non desidero portare avanti questa gravidanza, mi hanno bloccata: è un incubo. Di colpo è come se venissi arrestata per le mie intenzioni o per qualcosa di brutto che non ho commesso» continua Kinsley.
–Elisa–
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