E’ tempo di classici – Uno, nessuno e centomila

Buonasera Viaggiatori! 

Eccomi finalmente qui, con un po’ di tempo a disposizione per scrivere il nuovo articolo dedicato ad un classico della letteratura. Il libro di oggi è Uno, nessuno e centomila del mio amato Luigi Pirandello.

Fu pubblicato sulla rivista “La Fiera Letteraria” tra il 1925 e il 1926 anche se la sua elaborazione iniziò intorno al 1910. Successivamente viene pubblicato anche in volume ed è considerato uno dei romanzi più importanti di Pirandello (insieme a “Il fu Mattia Pascal) in quanto rappresenta la totalità del suo pensiero e della visione delle cose. Romanzo di maturità, racchiude tutti i concetti chiave dell’opera di Pirandello.

Si tratta di un romanzo indubbiamente innovativo per l’epoca. L’autore infatti basa la sua narrazione non tanto sui fatti, quanto sulla psicologia dei personaggi, sui loro pensieri, riflessioni, paure, dubbi. Le azioni fanno invece da sfondo al tutto.

Il protagonista è Vitangelo Moscarda, un ventottenne di buona famiglia. Tutto inizia quando sua moglie gli fa notare che ha il naso storto, difetto che il protagonista aveva sempre ignorato. Un banalissimo episodio, che diventa ben presto un’ossessione. Da qui scaturiscono tanti pensieri che portano Vitangelo a non riconoscersi più: non riesce a pensare a sé stesso in modo univoco né tanto meno a riconoscersi nell’opinione che le persone si sono fatte di lui. Sarà quindi soggetto a una perdita d’identità che lo porterà a riflettere sul fatto che gli altri hanno in realtà un’immagine di lui che non corrisponde alla verità. E’ come se indossasse tante maschere e faticasse a riconoscersi lui stesso. Avendo quindi appreso che essere centomila significa dunque essere nessuno, approda ad una totale estraniazione ed alienazione da sé. Nel tempo, fa di tutto per distruggere le idee che gli altri hanno di lui; lo fa nei modi più folli che si possano immaginare tanto da sembrare pazzo agli occhi degli altri.

Il romanzo è considerato un caposaldo della letteratura italiana per i temi che vengono affrontati. Non dimentichiamo che la sua stesura viene realizzata in pieno Novecento, un’epoca caratterizzata da cambiamenti continui che si riflettono anche nell’uomo e nella società in cui vive. Ecco che spuntano l’incertezza, il dubbio, la paura del futuro e, non ultima, la crisi dell’individuo, sia in singolo che all’interno della società. Tutti questi concetti vengono ripresi dai più grandi scrittori del momento, Pirandello compreso. Tra i temi più cari all’autore troviamo la maschera e la follia. Vitangelo Moscarda scopre di non essere una persona, di indossare centomila maschere, una per ogni persona che conosce e una anche per sé stesso. Ecco spiegata l’origine dei conflitti fra gli uomini: ognuno cerca di imporre la propria visione di sé e degli altri. Vitangelo è uno, è tanti e allo stesso tempo è nessuno. Interviene allora la follia, unica via di scampo dalla tragicità e la paradossalità della vita. La follia deriva dalla consapevolezza di voler sfidare quel mondo dalle centomila apparenze nel quale si sente imprigionato.

Il titolo del romanzo deriva proprio da questa frammentazione dell’io.

Umoristico è l’atteggiamento che il protagonista assume nei confronti di coloro che gli stanno attorno e le reazioni che provoca in loro. Egli cerca di far vacillare le certezze degli altri, ma ottiene in molti casi solo incomprensione.

Bisogna poi sottolineare la centralità del pensiero: tutto il processo di mutazione avviene attraverso la riflessione e il pensiero, a cui seguono poche azioni, che vengono lette come follia e tagliano Vitangelo fuori dalla società.

Nel finale il protagonista sceglie di rinunciare a ogni identità abbandonandosi al fluire della vita…chiuso in un ospizio.

Uno, nessuno e centomila presenta un narratore interno, che è anche il protagonista. Il racconto è fatto in prima persona, con un tipo di focalizzazione interna. Il protagonista ci mostra il proprio punto di vista, ci parla dei suoi pensieri. L’azione avviene tutta al passato, nel momento in cui li racconta i fatti sono già avvenuti, e il narratore-protagonista li sta rievocando.

La struttura del romanzo è spezzettata, metodo molto adatto a seguire i pensieri del protagonista. La scrittura si costituisce attraverso flussi di pensiero (stream of consciousness) e ragionamenti. Il narratore inserisce spesso un interlocutore immaginario, che è il lettore stesso: gli parla come se cercasse di convincerlo del suo ragionamento.

 

Ho studiato Pirandello a scuola e ne ho sempre apprezzato lo stile ma soprattutto i temi trattati: trovo che riflettano perfettamente la nostra condizione attuale. Consigliatissimo!

 

Elaysa

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