Buongiorno Viaggiatori!
Ebbene sì, all’alba del 23 agosto 2021 mi sono decisa a mettermi al pc, date le temperature accettabili, e scrivere una delle tante recensioni arretrate.
Infatti, se mi seguite su Instagram, sapete che in questo periodo sto leggendo tantissimo come non facevo da tempo. Ovviamente sono felicissima di questo ma la cosa ha anche un lato negativo.
Non riesco a stare al passo tra le mie stesse letture e le recensioni. Non che sia un problema insormontabile, per carità; però sto leggendo tanti bei libri e, anche se vorrei parlarvene subito, sto facendo fatica.
In ogni caso, oggi provo a recuperare parlandovi di uno degli ultimi libri letti ovvero Venivamo tutte per mare di Julie Otsuka, secondo romanzo dell’autrice, finalista al National Book Award nel 2011 e vincitore del PEN/Faulkner Award 2012.
Si tratta di un romanzo collettivo in cui le tante voci narranti, tutte donne, si fondono una con l’altra in maniera indistinguibile, dando vita al racconto nostalgico e doloroso della loro esistenza come “spose in fotografia”.
Il libro infatti, ripercorre la storia di queste donne partite dal Giappone alla volta dell’America, in cui avrebbero sposato, senza conoscerli, alcuni immigrati giapponesi.
E’ una versione diversa del famoso sogno americano.
Donne disposte a tutto pur di ricercare una vita migliore in quella che, all’epoca, era considerata la terra promessa. Imbarcate su una nave, pronte ad una lunga traversata, inconsapevoli di ciò che in realtà le attendeva, queste donne sono diventate l’emblema del coraggio e della determinazione.
Forse il mare ci aveva portato via un fratello, un padre o un fidanzato, o forse un triste mattino una persona cara si era buttata in acqua e si era allontanata a nuoto, e adesso anche per noi era arrivato il momento di voltare pagina.
Durante il viaggio, le donne ammirano affascinate le fotografie dei loro futuri mariti fantasticando sulle loro vite. Uomini ricchi, facoltosi, imprenditori.
Ma non è tutto oro quello che luccica.
Arrivate sul molo infatti, si renderanno presto conto che, ad aspettarle, non ci sono gli uomini ritratti nelle foto.
Ci sono uomini vestiti di stracci, contadini, poveri e sfiniti dal lavoro.
Quale verità si cela dietro l’apparenza?
Guidato dalle voci delle donne protagoniste, il lettore verrà messo al corrente di tutto attraverso pagine intense, scritte con una delicatezza inimmaginabile vista la tematica.
Pagine piene di dolore, sofferenza, speranza.
Consapevolezza.
Finché un giorno tutto si dissolve.
All’improvviso.
Dal giorno alla notte, come se fosse la cosa più normale del mondo, le donne spariscono, piano piano; una dopo l’altra.
I giapponesi chiedono, ma non ricevono risposta.
Il sindaco esorta tutti alla pazienza. “Vi faremo sapere quel che potremo quando potremo” ci dice. Alcuni hanno tradito, c’era poco tempo e bisognava agire in fretta. I giapponesi ci hanno lasciato volontariamente, ci viene detto, e senza rancore, su richiesta del Presidente. […] Ci troviamo sul fronte di combattimento, e la patria va difesa a tutti i costi. “Ci saranno cose che la gente vedrà” ci dice. “E ci saranno cose che la gente non vedrà. Sono cose che succedono”.
Qualcuno sa, ma non vuole parlare.
E la vita continua, nonostante tutto.
Il libro mi è piaciuto davvero tanto, per diversi motivi. Innanzitutto perché mi ha permesso di conoscere la storia di queste donne, sapere della loro esistenza.
Inoltre, ho apprezzato moltissimo lo stile di scrittura della Otsuka, così delicato, eppure così intenso. Tutte le parole sembrano scelte con cura, niente è lasciato al caso. Ne deriva un racconto dolce, anche nei passaggi più dolorosi e difficili da raccontare.
L’impressione è quella di essere faccia a faccia con queste donne, ascoltarle parlare, raccontare la loro vita, con voce sommessa e flebile, piena di dolore.
⭐⭐⭐⭐/5
–Elaysa–
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